Recensione: Summoning

Di Eugenio Giordano - 3 Settembre 2003 - 0:00
Summoning
Band: Twelfth Gate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Sono decisamente perplesso, vi spiego perchè, pensavo di trovare nei Twelfth Gate dei nuovi interpreti della sempre più florida scena prog americana, pensavo di essermi imbattuto in una band legata alla tradizione di gruppi come i Fates Warning, Dream Theater e invece mi trovo al cospetto di un gruppo che ha molte più radici nel thrash metal invece che nel prog. Mi spiego, i Twelfth Gate non sono certamente i Testament, hanno di sicuro un approccio complesso, se volete progresssivo ed articolato nei confronti della musica metal ma appartengono di diritto alla scuola thrash e in particolare si possono dire seguaci dei dettami dei Nevermore dell’ultimo periodo. Quindi dimenticatevi tastiere, passaggi neoclassici, qui vi trovate al cospetto di un platter intitolato “summoning” che possiede un sound oscuro e potente, brani esplosivi e piuttosto difficili da assimilare che si sviluppano in strutture claustrofobiche e piene di potenza. La prima considerazione è proprio sulla produzione delle chitarre che sono davvero molto simili a quelle registrate dai Nevermore su “dreaming neon black” e lo stesso discorso vale per la batteria che ricorda molto quel platter. Io personalmente trovo geniale, è una considerazione personale, questa via di reinterpretazione del thrash e trovo che pochissimi gruppi siano riusciti a farla propria ampliando e migliorando le potenzialità di un genere, il thrash metal, che finalmente ha trovato una evoluzione credibile senza compromettere le sue radici. Il disco si apre con la potenza insana di “mortal coil” che possiede un mood ritmico e oscuro, le linee vocali sono studiate in modo da costruire delle melodie particolari e ricercate e rendere il brano fluido e dinamico. Più ragionata e, a mio avviso, raffinata “desire brings” ripercorre la falsa riga della precedente ma aumenta la portata artistica e l’ambizione del gruppo, qui si cerca di andare a costruire un brano molto articolato ma sempre legato al thrash, con una scelta di suoni potenti e vibranti che colpiscono immediatamente. Ottima, “orpheus” è una strana composizione che si apre in modo rallentato e quasi acustico, poi sfocia in un riffing ritimico e nelle ottime linee vocali come sempre tessute con eleganza e perizia sulle parti chitarristiche oscure e dinamiche. Devastante, “innocent” è un brano davvero molto riuscito che promette sfaceli dal vivo, qui ci troviamo di fronte alla potenza indiscutibile di un gruppo che in questo frangente non bada troppo al dettaglio tecnico. Bella ma più difficile da assimilare “flames of anger” presenta diversi spunti progressivi ma comunque mantiene una ossatura tellurica che non concede scampo all’ascoltatore, insomma un altro brano molto ambizioso e ben concepito. Sebbene più accessibile e meno ostica anche “waiting in shadows” si basa su strutture ritmiche molto pesanti e di chiara matrice thrash, qui le linee vocali riescono a creare un refrain nel ritornello molto più accentuato e memorizzabile rispetto al brano precedente. Nuovamente devastanti con “sugarcoated” i Twelfth Gate sfornano un nuovo capolavoro di potenza e compattezza che trasuda claustrofobia e insanità sonora da ogni poro, il paragone coi Nevermore è inevitabile direi che si tratta di un vero riferimento per il gruppo. Il disco ritorna su toni meno accentuati con “wheel of life” però non perde la classe che ha caratterizzato quanto suonati fin qui, il brano è articolato e maggiormente melodico, in ogni caso non perde contatto con l’energia grazie al solito riffing coinvolgente e oscuro. I Twelfth Gate si cimentano in una suite divisa in due brani “bridge of uncertainty” e “malevolent sky” che confermano in pieno quanto di buono i nostri abbiano espresso fin qui, in questo caso però vale la pena di ascoltare diverse volte questi brani prima di giudicarli, data la loro complessità. Il cd si chiude per con l’ottima “forgotten names” che rientra nella descrizione dei brani precedenti, in ogni caso il nome dei Twelfth Gate si merita un interesse e una attenzione particolare alla luce di un esordio di questa portata, secondo me davvero notevole.

1 mortal coil

2 desire brings

3 orpheus

4 innocent

5 flames of anger

6 waiting inth shadows

7 sugarcoated

8 wheel of life

9 bridge of uncertainty

10 malevolent sky

11 forgotten names

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Anno: 2003
80