Recensione: Supernatural
Ricordo l’impressione che i Lionville mi fecero nel pomeriggio della seconda giornata del Frontiers Rock Festival 2017. Furono straordinari: divertenti, divertiti, coinvolgenti. Il loro Melodic Rock era maturo e fresco allo stesso tempo, forte di una scrittura di grande livello e di una presenza scenica da band che avrebbe meritato una posizione ben più alta nella line-up della giornata.
Certo, al tempo i Lionville avevano un frontman d’eccezione come Lars Säfsund (Work Of Art): una garanzia di altissimo spessore. A sette anni da quella edizione del Festival, ecco che i Lionville pubblicano questo Supernatural, che arriva alle nostre orecchie portando una novità sostanziale, in quanto Säfsund, tratto distintivo essenziale della band di Stefano Lionetti, è stato sostituito da Alexander Strandell (Art Nation).
Pur cambiando un ingrediente (e che ingrediente!), il risultato, per nostra buona sorte, non muta, perché Supernatural è l’ennesima ottima prova dei Lionville, che confermano la propria posizione prominente nella scena Melodic Rock attuale a livello internazionale. Ciò anche in virtù della costante collaborazione di Lionetti con Lenny Macaluso, uno che ha lavorato con Tina Turner (tanto per dire) e capace d’impreziosire i pezzi della band di origine genovese con una patina americaneggiante che li fa letteralmente scoppiare.
I modelli di riferimento sono i soliti noti: dai Foreigner ai Journey, dai Pride of Lions agli Hardline, dagli Unruly Child agli FM. Ecco dunque che a Heading for a Hurricane, brano d’apertura, non si chiede altro che una bella melodia, un arrangiamento elegante, un dinamismo esecutivo ininterrotto e una produzione sopraffina. Ebbene, il pezzo regala tutto questo, oltre che un’eccellente prestazione da parte Alexander Strandell, che da subito riesce a non far rimpiangere l’illustre predecessore.
Supernatural è una gran bella canzone, che ricorda i momenti migliori degli Eclipse: e che piacere ascoltare la voce di Strandell condurre il brano lungo il suo coinvolgente evolversi. Davvero una gran prova.
Ma tutto il disco è degno di menzione: non ci sono momenti di stanca tra la vagamente melanconica Gone, la superottantiana Breakaway e le ballad The Right Time, Unbreakable e Celebrate Our Life, tra le quali quest’ultima vince la palma della migliore.
Nothing is Over ha un ritmo cui non si può resistere, mentre The Storm è bella dritta e Another Life mi ha ricordato gli splendidi FM.
The One, poi, è il mio pezzo preferito: uno di quei brani da mettere al massimo volume mentre si guida in una bella giornata d’estate e, per una volta, la vita sembra leggera.
Insomma, se amate il Melodic Rock, Supernatural vi piacerà molto, perché include tutte le caratteristiche proprie di un bel disco di questo genere: un genere esplicitamente retro, fermo agli anni d’oro del millennio scorso, ripetuto e ripetitivo, orgogliosamente identico a se stesso nei decenni, eppure tanto piacevole da spiangerci a cercare sempre nuovi brani che ci regalino le stesse sensazioni che iniziammo a provare da adolescenti, o giù di lì. Coi Lionville andate sul sicuro: vi metterete nella mani di chi questo genere lo sa davvero scrivere e suonare alla grande.