Recensione: Swallowed by Hell
Se parliamo di thrash metal, death metal, grindcore e tutto ciò che è un derivato o una combinazione di questi movimenti musicali, risulta abbastanza difficile spaccare di brutto come in gioventù se sul tuo curriculum discografico hai un solo disco capolavoro e un secondo album mediocre uscito cinque lustri dopo. Ma pure se ne hai molti… dove c’è attitudine e potenza, spesso, c’è sempre una buona dose di giovane età. Significa che se hai suonato poco, se sei entrato poco in studio e via discorrendo… insomma, se non ti sei ‘allenato’, risulta difficile proporre qualcosa che suoni ‘fresco’ e nel contempo abbia il tiro che questi generi musicali richiedono. Il capoalvoro di cui stiamo parlando si intitola “Spectrum of Death” ed è uscito nel 1990, il secondo disco, “Destruction System” è invece stato pubblicato nel 2015.
Di fronte a questo panorama di release, per una band che suona dal 1984, non è facile entusiasmarsi o aspettarsi chissacchè quando si legge la notizia: “I Morbid Saint sono in procinto di pubblicare il terzo full-length della carriera“. Alzi la mano chi, tolta la curiosità per una band che, sebbene abbia cacciato in circolazione un efferato concentrato di devastante thrash metal nel 1990, non ha per un attimo pensato… ‘ecco i nonnetti che vogliono tirare su qualche soldino data la tendente pochezza di attitudine e idee che si riscontra oggigiorno’. Magari io ragiono un po’ da prevenuto, ma l’ho pensato ovvero forse non l’avrei pensato se nel 2015 non uscito per l’appunto “Destruction System”. Però bisogna anche dire che una terza chance bisogna sempre darla. E, per quanto mi riguarda, mi sono tolto ogni pregiudizioe retropensiero lanciando Spotify su il primo brano di tracklist. Devo dire che ho fatto bene ad ascoltarlo!
Il terzo capitolo discografico dei thrasher statunitensi Morbid Saint è infatti una mazzata totale! Intitolato “Swallowed by Hell” esce a quasi dieci anni dal precedente e l’attesa ha dato i suoi frutti. L’album è veloce, pieno di idee, trasuda attitudine thrash metal (moderno) come pochi e rilancia così una band che ha avuto bisogno di trentaquattro anni per dimostrare nuovamente a tutti di che pasta è fatta. “Swallowed by Hell” scorre liscio e irruento. È un disco che sta al passo con i tempi, anche dal punto di vista della produzione: efficace e strutturata in maniera tale da evidenziare ogni singolo strumento nella sua esecuzione, ogni passaggio, ogni melodia. E la percezione è che la band ha proprio voluto dimostrare, nel dettaglio, quando sia vera e quanto potenziale ha ancora in canna. Il riffing è dinamico e variegato ovvero propone composizioni più strutturate, al limite del tecno-thrash e vere e proprie rasoiate impietose come la vecchia scuola del thrash più intransigente ha portato nei coni degli impianti trentacinque anni or sono.
Vi stupirà per certo un membro su tutti ovvero l’esordiente drummer DJ Bagemehl, di fatto nella band dal 2016, subito dopo la release del secondo mediocre capitolo della carriera. E questo mi fa trarre la conclusione che il booster che caratterizza questi dieci pezzi è, per buona parte, merito del nuovo arrivato dietro le pelli. Ulteriore conferma di talento va pure al leggendario cantante del gruppo, quel Pat Lind che sembra davvero non invecchiare. Spettacolo!
In definitiva possiamo affermare che qui siamo di fronte a una delle più imponenti e convincenti release thrash metal di questo 2024.