Recensione: Sweet Trade

Di Fabio Vellata - 20 Ottobre 2007 - 0:00
Sweet Trade
Band: The Poodles
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

Reduci dal successo ottenuto con lo sfavillante disco d’esordio, intitolato ”Metal Will Stand Tall”, ed attesi al varco dai numerosi appassionati alla ricerca di conferme in merito alla bontà della proposta, ecco presentarsi all’esame della fatidica seconda prova, gli svedesi The Poodles, band sulla quale in molti hanno puntato ad occhi chiusi (insieme ai “cugini” Wig Wam), quale nuova “big sensation” dell’universo hard rock.

Sgomberiamo immediatamente il campo da dubbi di qualsiasi forma e natura.
”Sweet Trade” è sinceramente un buon disco, infarcito da ritornelli ficcanti e ricchi di vitalità.
La band macina note su note con una compattezza d’organico incrollabile, i suoni sono straordinariamente brillanti, puri, cristallini e curati, ed il songwriting sembra davvero studiato con estrema dovizia al fine di compiacere i seguaci del genere, determinando così in tal modo, quello che è, allo stesso tempo, il pregio massimo ed il limite maggiore dell’intero album.

Il tentativo di raccogliere favori, aprendo un varco verso scenari di mercato sempre più vasti, è, infatti, una volontà più che evidente all’ascolto del secondo capitolo discografico prodotto dal combo scandinavo. Abbandonando in parte la spontaneità gustosamente “stradaiola” dell’esordio, appare tangibile la drastica virata su territori più “mainstream”, con lo smodato saccheggio dei classici (Bon Jovi ed Europe su tutti), arricchito da un alone “moderno” e tecnologicamente all’avanguardia che non guasta mai.
Se questa sia una virtù di gran pregio, o un difetto difficilissimo da perdonare, saranno il gusto e la sensibilità personali di ognuno a stabilirlo, pur tuttavia, è comunque impossibile negare come il risultato sia, alla resa dei conti, tutt’altro che sgradevole, e dia origine ad un platter che, dal punto di vista dell’intrattenimento, non delude affatto le attese, ed offre una serie di canzoni di notevole impatto e godibilità.

Manca certo, un highlight scintillante come “One Night Of Passion”, ma la notevole resa di tracce come “Flesh And Blood”, “Thunderball”, “Reach The Sky” e “Band Of Brother”, riesce a lenire almeno in parte tale carenza, così come piace riscoprire una radice tipicamente ottantiana (quasi hair metal) nelle incalzanti “Kiss Goodbye”, “We Are One” e “Heaven’s Closing In”, canzoni che dichiarano apertamente l’amore di Jakob Samuel e compagni per l’epoca d’oro del genere e regalano grandi dosi di good vibrations e gioia di vivere, supportando in tal modo, quello che pare essere l’obiettivo primario dei quattro musicisti nordici: far sentire bene i propri ascoltatori, fornendo loro melodie che siano in grado di garantire uno stato d’animo, quanto più possibile, positivo e ricco di buon feeling.

In buona sostanza “Sweet Trade” è un album che traccia una rotta estremamente definita e precisa, direzionando i The Poodles verso un successo sempre più ampio e riconosciuto, già in fase di decollo con un singolo, “Seven Seas”, presente nelle parti alte delle classifiche nordeuropee sin dal mese di maggio.
Ruffiani ed astuti, può darsi, ma ciò che in fondo conta di più, è che il prodotto sia piacevole, ben fatto ed in grado di soddisfare le aspettative dei fruitori, dimostrandosi foriero di buone sensazioni e durevole nel tempo.
Aspetti questi, che parrebbero centrati in larga parte, seppur con un briciolo di successo in meno rispetto all’illustre predecessore, che, grazie al sorprendente equilibrio tra grinta genuinamente hard ed aperture riconducibili all’epoca dell’arena rock, è ormai divenuto un piccolo classico, probabilmente impareggiabile anche per i suoi stessi artefici.

“Sweet Trade” rimane comunque un album che fa della facilità d’ascolto e della scorrevolezza i propri maggiori punti di forza, occhieggiando alle charts senza dimenticare il buon gusto e la capacità di coinvolgimento, e rendendosi, per tale ragione, frizzante ed apprezzabile compagno di momenti sereni e ricchi di gioiosa spensieratezza, che i fans dell’hard rock più immediato e leggero apprezzeranno senza particolari remore.

Tracklist :

01. Flesh And Blood
02. Streets Of Fire
03. Seven Seas
04. Walk The Line
05. Thunderball
06. Reach The Sky
07. We Are One
08. Without You
09. Band Of Brother
10. Heaven’s Closing In
11. Kiss Goodbye
12. Shine

Line Up:

Jakob Samuel – Voce
Pontus Norgren – Chitarra
Pontus Egberg – Basso
Christian Lundqvist – Batteria

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