Recensione: Sweeter the Meat [Ep]

Di Stefano Ricetti - 17 Agosto 2015 - 11:18
Sweeter the Meat [Ep]
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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70

L’anno passato ha segnato il ritorno di una delle vecchie glorie della Nwobhm: i Desolation Angels. Nonostante la band si fosse formata in quella che era la culla dell’Acciaio Mondiale del periodo, ossia Londra, faticò non poco per approdare alla prima uscita ufficiale su trentatré giri, dopo un demo e un singolo. Solo nel 1986, infatti, vide la luce l’album omonimo, portante in dote una fra le copertine simbolo della musica dura dell’epoca. Come più volte asserito da personaggi di spicco del British Metal, per farsi largo in quel momento di grandissima esplosività artistica e altissima concorrenza ci voleva sì un prodotto valido, ma anche un po’ di fortuna, ingrediente fondamentale per farsi trovare pronti al posto giusto e nel momento giusto. Prerogative che evidentemente i Desolation Angels non erano in grado di riprodurre, fra cambi di lune-up e fallimenti di etichette. Nel 1986, infatti, la forza propulsiva della Nwobhm si era ormai esaurita: le band che vantavano un marcia in più già godevano dei benefici delle rockstar e tutte le altre, giocoforza, facevano di necessità virtù.

Desolation Angels (l’album), in sé, vantava un buon numero di frecce al proprio arco: la proposta dei londinesi si avvicinava, per feeling espresso, agli Angel Witch e più in generale agli ensemble heavy rock dal retrogusto oscuro. Un vocalist dalla timbrica particolare come Dave Wall conferiva naturalmente quell’alone di mistero che ben si coniugava con la copertina del disco. Come scritto sopra i tempi erano però cambiati e il mancato – vero – riscontro che il gruppo si aspettava li portò alla decisione estrema: trasferirsi negli Usa, con un inevitabile ammorbidimento del suono. Le cronache riportano un solo album all’attivo, appartenente a quel periodo: When the Flame Still Burns del 1991. Poi l’oblio, interrotto nel 2008 dal box set Feels Like a Thunder, che riporta in auge il moniker degli ‘Angels tanto che la coppia di asce originale formata da Robin Brancher e Keith Sharp decide di riformare a tutti gli effetti la band, chiamando al proprio capezzale Ian “Curly” Davies (voce), Clive Pearson (basso) e Chris Takka (batteria). Un ricompattamento che permette qualche uscita dal vivo ma soprattutto favorisce la testimonianza tangibile del nuovo corso del gruppo, rappresentato dall’Ep Sweeter The Meat, licenziato sul mercato con il marchio della Reaper Records.

L’opener Sweeter The Meat è puro spirito Nwobhm che sgorga dalle casse: l’attacco è straclassico, le chitarre fendono l’aria come rasoi e il tutto viene condito con il fondamentale gusto melodico, che è poi quello che permette ai pezzi di rimanere vivi per sempre, se ne posseggono la valenza. Non a caso i Desolation Angels decidono di intitolare l’Ep con questo brano. La note positive provengono dal singer Ian “Curly” Davies, che si dimostra all’altezza dell’antica lezione impartita sin dal 1986 da Brancher, Sharp e soci con l’album omonimo. 

Tradizionalissimo l’inizio di Metal Man, brano che si sviluppa sulla ripetizione insistita dello stesso titolo con qualche piccola variazione a sorreggerne l’impianto: l’immancabile assolo e un singer al completo servizio del brano fanno il resto, per una canzone che promette sfracelli dal vivo. 

Rallentamento evidente sulla traccia successiva, Medusa. Gli ‘Angels puntano al feeling trasmesso più che alla potenza, consegnando agli annali un brano malinconico che riesce a solleticare antichi pruriti odoranti di muffa d’antan. Archangel mostra il lato più hard rock dei london leatherboys, sempre rimanendo fedelmente ancorati alla tradizione del British Metal ottantiano. Irresistibile, nella sua semplicità, il refrain “Come to me, Come to me Archangel”. In chiusura Set Your Spirit Free, pezzo all’insegna della melodia che si sviluppa su trame chitarristiche tipiche di quell’epoca fenomenale e probabilmente irripetibile appartenente al primo lustro degli Eighties britannici.   

I ventiquattro minuti di musica contenuti all’interno di Sweeter the Meat bastano per abbracciare calorosamente il ritorno di questi vecchi leoni d’Albione che dimostrano di avere ancora qualcosa da dire, rifuggendo la sindrome da “reunion per poi finire a far la cover band di se stessi”. Il cantante Ian “Curly” Davies si dimostra all’altezza di reggere il peso di una personalità quale quella di Dave Wall e l’Ep, senza provocare di certo sconquassi nella storia dell’HM consegna cinque tracce che si lasciano ascoltare piacevolmente, concepite ma con la classe che contraddistingue i grandi vecchi del Metallo.

Imperdibile quindi l’appuntamento fissato per il prossimo 24 ottobre, sulle assi del Colony di Brescia, per la “prima” italiana dei Desolation Angels che, insieme con Razor, Heir Apparent, Stormwitch, Adx, Tysondog, Hocculta, Crying Steel, Ironsword, Rosae Crucis, Sin Starlett e Stonewall daranno vita al Play it Loud Festival 2015.

Sweeter the Meat, con una copertina leggermente differente e un pezzo in più – un brano strumentale che mette a nudo le influenze anni Settanta che diedero dato vita ai Desolation Angels -, è disponibile anche in versione vinile tramite Blood and Iron Records.

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

    

 

play it loud 2015 1

 

desolation angels front cover

La copertina del vinile  

 

 

DESOLATION ANGELS

 

 

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