Recensione: Sworn Vengeance
Era ora che crescessero, e finalmente ce l’hanno fatta anche loro: sono maturati, hanno trovato finalmente una loro strada, impercettibilmente ma sicuramente “loro”, senza più dover citare i Cannibal Corpse in ogni recensione. I
Severe Torture arrivano al tanto ambito traguardo all’alba del quarto album (più live), dopo un passato, anche recente, fatto purtroppo di dischi buoni ma insipidi, incapaci di creare anche un solido seguito di fan in una scena brutal dotata di esponenti molto migliori.
Non si pensi ad un cambiamento epocale, ma gli olandesi continuano nella violenza sonora mettendoci un po’ più di cervello e di ispirazione, dando spazio anche ad un basso spesso importante per le trame sonore; inserendo qualche sprazzo “melodico”, soprattutto a livello di assoli, che arieggia una stanza musicale ormai stantia; e ricordando parallelamente l’evoluzione compiuta sia dai connazionali Sinister che, meno evidentemente ma comunque in modo importante, dai belgi
Aborted. Fight Something è un esempio calzante: un crescendo sempre veloce di death brutale ma anche armonico, coperto dal growl (quello sì
immutato, e purtroppo un po’ monotono) di Dennis Schreurs.
Ma ancora di più lo è la struttura di Countless Villains, con il suo chorus quasi atmosferico, quell’atmosfera malata che per il death metal è un toccasana.
Una suite decisamente articolata e insolita per la band olandese, che mostra
tutta la capacità di saper scrivere parti progressive, senza perdere lo stile
brutale che li contraddistingue. Ottimo il lavoro di batteria su tutto il disco,
per una volta non solo veloce ma anche capace di veri e propri tocchi di stile,
così come ben riuscito è il lavoro delle due chitarre, perfettamente in
simbiosi con la sezione ritmica.
Finalmente davvero interessanti, anche i Severe Torture riescono finalmente a farsi riconoscere: meglio tardi che mai, direbbe la saggezza
popolare, e i fan del death metal più brutale non possono che gioire di fronte
al ritorno del figliol prodigo. Gioirà di meno il portafogli, ma questo è un
dettaglio.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Dismal Perception 02:51 [mp3]
2. Serenity Torn Asunder 03:27
3. Fight Something 04:14
4. Repeat Offender 03:21
5. Countless Villans 03:55
6. Dogmasomatic Nausea 02:50
7. Redefined Identity 03:29
8. Buried Hatchet 03:41 [mp3]
9. Sworn Vengeance 05:18
10. Submerged in Grief 02:52