Recensione: Symposium of the Tetrarchs [EP]

Di Nicola Furlan - 30 Luglio 2014 - 9:31
Symposium of the Tetrarchs [EP]
Band: Tetrarchate
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2014
Nazione:
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“Symposium of the Tetrarchs” è l’EP d’esordio dei thrash metaller marchigiani Tetrarchate, band attiva dal 2006. Purtroppo non ci siamo ancora. I quattro brani qui presenti appaiono ancora immaturi e caratterizzati da lacune comunque colmabili. Sembra infatti che la band abbia fatto fronte a difficoltà dell’ultimo momento in merito sopratutto alla ricerca di un cantante adatto a supportare l’impianto compositivo adottato. Forse sarà stata la fretta di buttare sul mercato un EP dopo anni di militanza in sala prove (la band esiste da otto anni), forse la necessità di mettersi in gioco e di ricevere feedback a mo’ di sprone, fatto sta che il risultato non è sufficiente.
I nostri propongono un thrash metal tinto di speed metal e caratterizzato da alcune soluzioni particolari, unico punto di forza dell’aspetto compositivo. Il riffing molto spesso si trascina stancamente alla ricerca di un groove ancora poco maturo. Solo il drumming cerca di intessere una sorta di arrangiamento ritmico che appare disgiunto dalla forma canzone. Tale andrebbe infatti previsto dagli autori delle sei corde, sopratutto negli ultimi due brani di tracklist. Il cantato è disastroso. Sia a livello di timbrica, priva di ogni sfumatura armonica, sia a livello di pronuncia dell’inglese. Non ci siamo! E non vogliamo usare mezze parole perché preferiamo essere sinceri. Questa band ha bisogno di un cantante vero! Erano da evitare, assolutamente, spezzoni di cantato complessi come su ‘Massachertorte’, già difficili per un cantante madrelingua inglese… Così come è indispensabile fare uso maggiore di sezioni soliste per arricchire di spessore tecnico-qualitativo i brani. Brani che comunque, come dicevamo, propongono a tratti soluzioni interessanti, sia riguardo le sezioni ritmiche più tirate, sia riguardo i tratti più lenti che riescono ad aprire scenari inquietanti. Ma stiamo valutando l’operato del singolo strumento e non della canzone in sé. Ed è oggettivamente un po’ poco.
Quelle loro sfumatura filo-swedish ed alcune pennellate tipiche dello speed ottantiano costituiscono, al momento e di fatto, i punti vincenti da cui ripartire con il prossimo lavoro in studio. Da questo punto di vista la band ha le carte in regola per dar vita ad un songwriting di buon livello. Sarà altresì necessario reclutare un cantante che sappia esprimersi in inglese e con spiccate capacitè espressive.
Infine, un approccio più morbido al riffing (spesso troppo ‘scatolare’), unitamente a delle sezioni soliste di qualità, garantiranno quell’incremento di qualità in grado di far competere i Tetrarchate nell’infinito e concorrenziale mondo del metal contemporaneo. Al momento, quattro brani così proposti non incidono e non garantiscono futuro. Spiace perché con un po’ più di fatica e di consapevolezza, siamo certi, il risultato sarebbe apparso decisamente migliore.

Nicola Furlan

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