Recensione: Synaba

Di Giulia - 23 Settembre 2002 - 0:00
Synaba
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
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80

Max Arminchiardi è un “turnista” (o come si dice in inglese “session-man”) conosciuto nel panorama italiano, ha lavorato con numerosi artisti tra i quali Danilo Amerio. Che c’entra questo con il metal e l’hard-rock? Beh, Max ora ha registrato un suo primo cd solista ed è hard-rock, metal, new age e tante altre cose. Il disco è suonato oltre che dallo stesso Max (che si occupa di tastiere, basso, flauti e quant’altro), da un altro turnista di lusso, il batterista Roby Testa, oltre che dal cantante degli Edge Of Time, Chris Heaven.
L’album si apre con “Prelude 291201” dedicata alla piccola figlia del chitarrista, seguito da “Welcome In Mind”, un pezzo che per certi aspetti mi ha ricordato alcune cose dei Mr.Big, ma molto più strani. “Oriental Soul” è invece una sorta di ballata introdotta da sonorità appunto orientali, con Heaven in perfetta forma vocale che a tratti ricorda Joe Lynn Turner e a tratti Joey Tempest (non chiedetemi perchè, me lo ricorda e basta ^-^).
“Out Of This World” è un altro brano strumentale dove Max mette in mostra che sa veramente suonare di tutto, passando da stili alla Jennifer Batten a Allan Holdswoth e Satriani passando per un pizzico di Steve Vai.
“Dreamin’ in Tibet” è divisa in due parti, la prima è un’introduzione, la seconda parte è invece cantata con un’aggressività che non conoscevo assolutamente nella voce di Heaven. Arminchiardi qui si rende protagonista con un solo che recentemente non ho sentito su nessun album di “virtuosi” della sei corde. “Manu” è questa volta uno strumentale dedicata alla sorella seguito da un battito cardiaco (presumo di un esame ecografico) che è “Heartbeat 111.000” . “Travel inside” è il tributo a Malmsteen che Max paga con una canzone bellissima introdotta da una chitarra acustica che ricorda il buon vecchio Yngwie, ma suonata decisamente meglio di come il guitar-hero svedese ha fatto negli ultimi tempi. In questa canzone la voce protagonista è quella di Danny Hammer che però mi pare un po’ forzata e non mi convince del tutto nel contesto, nonostante dei cori veramente incredibili. Per “Open Your Eyes” ritorna Heaven con una soft song veramente dolce e con dei cori un po’ alla Europe (ok…ho ascoltato i loro dischi in questi giorni e forse mi hanno condizionato un po’…^-^). “Indian Sacrifice” è veramente aggressiva, con voci a tratti alla Alice Cooper a tratti alla Guns’n’Roses e Arminchiardi veramente sopra le righe. “Resurrection” e “Synaba” chiudono il cd con classe. Un album difficile al primo ascolto, molto strumentale e poco cantato, penalizzato da una non ottima produzione e registrazione che porta tutto sui medio alti, ma che comunque metti in evidenza le caratteristiche di un chitarrista italiano che non ha nulla da invidiare a grandi nomi mondiali. Bravo Max!

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Genere:
Anno: 2002
80