Recensione: System Overload

Di Lorenzo Bacega - 12 Settembre 2009 - 0:00
System Overload
Band: HDK
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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65

Nati nel 2005 dalla mente di Sander Gommans (chitarrista e voce maschile degli ormai sciolti After Forever) originariamente come un progetto demenziale, gli HDK (sigla che sta a significare Hate Death Kill) diventano in breve tempo un gruppo vero e proprio. Nel 2007 iniziano i lavori per il disco di debutto, composto in un periodo assolutamente buio e negativo per l’artista olandese, culminato in un esaurimento nervoso. Dopo qualche ritardo dovuto alle condizioni di salute dello stesso Gommans (costretto per via di questi problemi ad abbandonare l’attività musicale per qualche tempo), vede finalmente la luce questo System Overload, pubblicato nel mese di febbraio del 2009 dall’etichetta americana Season of Mist.

Difficile inquadrare un disco come questo System Overload: le coordinate stilistiche a cui rimane ancorato questo album si rifanno infatti a un death melodico dalle molteplici contaminazioni, che vanno dal thrash più classico (alla Annihilator) a quello più moderno (alla Strapping Young Lad e Meshuggah per intenderci), passando per atmosfere gothic e a cui vanno ad aggiungersi svariati richiami power e progressive che ogni tanto fanno capolino nelle composizioni. Ottimo il lavoro svolto da Sander Gommans, chitarrista, cantante, nonché compositore di tutti i pezzi proposti su questa uscita, qui affiancato da Peter Vink al basso e da Arien Van Weesenbeek (ex God Dethroned, Epica) alla batteria. Impressionante inoltre la quantità (e la qualità) degli ospiti che hanno preso parte alle registrazioni di questa uscita: tra i più celebri possiamo infatti sicuramente citare artisti del calibro di Andre Matos (Angra), Amanda Somerville (Aina, Avantasia), Jos Severens (Sustain) e Mike Scheijen dietro al microfono, Arjen Anthony Lucassen (Ayreon, Star One) e Marcel Coenen (Sun Caged) alle chitarre e Joost Van Den Broek (After Forever, Sun Caged) alle tastiere.

Undici sono le tracce che compongono questo System Overload per un minutaggio complessivo che non supera i tre quarti d’ora di durata. Brani piuttosto vari e sfaccettati quelli proposti in questo disco, e che mettono in evidenza il grande bagaglio tecnico appannaggio del gruppo (e ci mancherebbe altro, vista la qualità della line up coinvolta!). Proprio questa grande varietà di generi proposti rischia però di trasformarsi in un’arma a doppio taglio per gli HDK: se infatti da un lato questa idea sembra decisamente originale, poco scontata e sicuramente affascinante, dall’altro le composizioni rischiano in alcuni tratti di apparire troppo confuse, prive di organicità e poco efficaci. Canzoni come ad esempio l’energica Let Go, abbastanza caotica e monotona nel complesso, di On Hold, eccessivamente dispersiva e davvero poco coinvolgente, oppure della ripetitiva Fight or Flight difettano infatti di incisività, rivelandosi troppo confusionarie e addirittura noiose in alcuni casi. La situazione va sicuramente migliorando prendendo in esame gli episodi più marcatamente melodici come il lento Breakdown, molto vicino alla produzione degli Evanescence per certi versi e con una fantastica prestazione offerta da Amanda Somerville, oppure la tirata Request, pezzo giocato sull’alternanza tra ritmiche thrasheggianti e melodie orecchiabili e facilmente memorizzabili. Molto buona anche Terrorist, altro pezzo decisamente easy listening e nel complesso piuttosto coinvolgente, oppure la travolgente opener System Overload, assolutamente potente e rocciosa.

Quindi che altro aggiungere? Questo System Overload si presenta come un album decisamente ben suonato e con qualche idea interessante. Non mancano gli spunti positivi all’interno del disco, ma per la maggior parte delle tracce si ha l’impressione che il gruppo tendi un po’ troppo a strafare, cercando di amalgamare sonorità profondamente diverse tra di loro nel tentativo di dare alla luce un sound sfaccettato e allo stesso tempo originale: il risultato è solo parzialmente convincente, dal momento che, in alcuni punti, i pezzi si fanno fin troppo confusionari, poco incisivi, nonché poveri quanto a organicità. E’ un peccato che, vista la grande quantità di artisti presenti (e che artisti!), il risultato sia solo in parte convincente. Per il futuro per gli HDK si tratterà di scegliere che strada prendere e magari affrontarla in maniera continua e coerente: allora si che il prodotto potrà essere ben più interessante.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. System Overload
02. Request
03. Let Go
04. Terrorist
05. Pedestal
06. On Hold
07. Breakdown
08. March
09. Perfect
10. Fight or Flight
11. Fine Lines

Lineup:
Sander Gommans – Vocals & Guitars
Peter Vink – Bass
Arien van Weesenbeek – Drums

Guest Musicians:
Andre Matos – Clean Vocals
Amanda Somerville – Female Vocals
Jos Severens – Clean Vocals
Patrick Savelkoul – Grunts/Screams
Mike Scheijen – Screams
Paul Niessen – Vocals
Arjen Anthony Lucassen – Guitar
Marcel Coenen – Guitar
Bastiaan Kuiper – Guitar
Joost Van den Broek – Keyboards

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