Recensione: Tail Eating Dogs
I milanesi Evilfire muovono i primi passi nel 1996, vivono le solite e immancabili vicissitudini in ordine alla line-up, suonano parecchio dal vivo e tre anni fa pubblicano il demo Promo 2005, già recensito dal sottoscritto all’interno delle colonne di TrueMetal. Da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è passata davvero molta e i Nostri sono riusciti ad arrivare – unica band HM ad avercela fatta – alle fasi finali di Emergenza Rock, una manifestazione musicale di un certo rilievo. Nel 2007 Matteo Polinelli lascia la band e subentra Elia Fagnani, sempre al basso. Tail Eating Dogs, il nuovo EP, esce in questo 2008. La copertina, per colorazione e stile, ricorda molto da vicino Hoka Hey, dei veterani tricolori Sabotage.
Durante i trenta minuti di durata del disco gli Evilfire dimostrano che hanno fatto propria la lezione dettata da anni di esperienza sui palchi del nord Italia in termini di coesione e compattezza, il tutto, sottolineo, senza perdere un’oncia di attitudine. Quindi HM stra-classico a la Skanners in Die/No Skin, un episodio veloce che premia l’amore dei milanesi per le ritmiche sostenute tipo Judas Priest e la Nwobhm più massiccia. Painted Grey, dal vago sapore Over Kill, pesta come ci si aspetta, fra riff di ispirazione Savatage, chorus alla tedesca e soli albionici. Men stupisce per piglio e songwriting: si tratta di un brano in crescendo dove il singer fa il bello e cattivo tempo. La title track è una cavalcatona iper ortodossa che mostra ancora una volta i muscoli per via dei cori e controcori particolarmente arrabbiati, di derivazione Thrash. Chiusura narrata da parte dell’ex Savatage Zak Stevens, ora nei Circle To Circle. Wheels of Time Chapter 1- The Fall fa calare il sipario su Tail Eating Dogs all’insegna della potenza, senza però essere ficcante come i brani che l’hanno preceduta.
Fa sempre piacere constatare la palpabile crescita di un gruppo dedito all’heavy metal classico, che riguardo ai suoni è al passo con i tempi e riesce comunque a evolvere senza “sbragare”. La voce di Mauro Mazzara è all’altezza del genere proposto, sfatando il luogo comune che vede l’Italia ben preparata per quanto attiene la parte strumentale ma che pecca in molte occasioni proprio con il vocalist. Resa sonora adeguata soprattutto grazie al drumming penetrante di Riccardo Mariani. Il packaging plastificato fa il resto. Speriamo che la prossima mossa sia il meritato full length.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
01. Die/No Skin
02. Painted Grey
03. Men
04. Tail Eating Dogs (T.E.D.)
05. Wheels of Time-Chapter 1-The Fall
Line-up:
Riccardo Mariani – drums
Elia Fagnani – bass
Mauro Mazzara – vocals
Andrea Strati- guitar
Loris Scalzo- guitar
Guest Musicians:
Speech on T.E.D. played by Zak Stevens