Recensione: Takin’ Over

Di Fabio Vellata - 3 Settembre 2009 - 0:00
Takin’ Over
Band: New Device
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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80


Arrivano dalla tentacolare Londra i New Device, nuova proposta hard rock, assemblata e concepita da un nucleo di musicisti che – citando la biografia promozionale – ama e s’ispira da sempre ad alcune delle più importanti e leggendarie band di settore, Aerosmith, Guns n’ Roses e Van Halen su tutti.

Nell’apprendere i nomi dei gruppi insieme a loro protagonisti nel recente passato di tour ed eventi live, verrebbe tuttavia da coltivare più di un sospetto in merito alla veridicità d’affermazioni che, come spesso l’esperienza insegna, talvolta si rivelano piuttosto inverosimili.
Bullet For My Valentine, Funeral For A Friend e My Chemical Romance sono del resto, tutto fuorché entità di “solido hard rock” o di “rock da stadio anni ‘80”, indizi questi, che in un primo tempo lasciavano presagire un’affiliazione pressoché simile anche per gli esordienti New Device.

La prova dell’ascolto ha provveduto invece a fugare ogni dubbio. L’hard rock c’è, è davvero solido e grintoso, e a quanto sembra, pare anche di quello fatto bene.
Energia a tutto tondo, voce sugli scudi e rifferama esplosivo sono, in effetti, la base di un nucleo di brani scattanti e quadrati, cui non mancano massicce e corroboranti concessioni alla melodia, in un complesso che non richiede eccessive doti d’esperienza o bagaglio tecnico per essere apprezzato sin dal primo passaggio.
Sono naturalmente presenti alcune sfumature di modernità più che palesi, merito ascrivibile di certo all’opera svolta in sede di produzione e missaggio da Cameron Webb (Tenacious D, Godsmack e Motorhead), ma attitudine, songwriting e voglia di rock non lasciano spazio a congetture, salvaguardando in toto il paragone con le illustri muse citate poc’anzi.

Attrezzati talvolta come una sorta di nuova versione vitaminizzata degli Aerosmith (in virtù anche della voce del singer Daniel Leigh) e, per chi se li ricorda, accostabili in certi momenti ai Blue Murder del primo ed omonimo album, i cinque britannici apparecchiano una serie di canzoni che mandano a referto alcuni ritornelli piuttosto efficaci, arricchiti da giri di chitarra decisamente potenti e diretti a coronamento di una fluidità di fondo che consente all’intero cd, nella sua durata di poco più di tre quarti d’ora, di scorrere in assoluta scioltezza e senza intoppi dal principio alla conclusione.
Molto belli gli assalti iniziali delle robuste e veementi “Make My Day”, “Never Say Never” e “You’ve Got It Comin’”, così come di ottima resa le arie ed i cori più appassionati e sofferti di “In The Fading Light” (in cui i Guns e l’hard vecchia maniera sono influenza evidente sin dall’approccio alla Slash del bravo Phil Kinman) e “Moth To The Flame”. Non senza un minimo di sorpresa, sono poi da rilevare anche accenni dichiarati ai Whitesnake del leggendario “1987” nelle aperture delle furiose “On Fire” (chi ha detto “Bad Boys”?) e “Until The End”, adagiate su riff di chitarra che ricordano da vicino lo stile del migliore John Sykes.
Da cantare a squarciagola scapocciando a più non posso, “Seven Nights, Seven Bodies”, “Pedal To The Metal” (titolo alquanto indicativo) e “Hope Is Not Enough” accrescono il fascino di un platter che, completato dall’unico vero episodio in chiave “moderna”, la piacevole “Heaven Knows” e dalla rovente ed anthemica “No One Does It Better Than Me”, si rivela essere un piccolo ed inatteso gioiellino nato dal sempre imprevedibile e ricco sottobosco hard rock europeo.

Pervasi senza sosta da un’elettricità palpabile e continua, i New Device si presentano come una gradita scoperta, degna di nota e meritevole d’attenzione in particolare da parte di tutti gli amanti di sonorità hard rock robuste e vigorose che, pur mantenendo vivo il legame con il passato, riescono a sdoganare brillantemente il genere agli onori del nuovo millennio.

Dategli una chance!

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Tracklist:

01. Make My Day
02. Never Say Never
03. You’ve Got It Comin’
04. In The Fading Light
05. On Fire
06. Pedal To The Metal
07. Until The End
08. Moth To The Flame
09. Seven Nights, Seven Bodies
10. Heaven Knows
11. Hope Is Not Enough
12. No One Does It Better Than Me

Line Up:

Daniel Leigh – Voce
Phil Kinman – Chitarra
Robb Wybrow – Chitarra / Voce
Andy Saxton – Basso
Rozzy Ison – Batteria

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