Recensione: Taking A Cold Look (Reissue)
Cosa hanno in comune le più famose hit di Madonna, Tina Turner e Cyndi Lauper?
Qualcuno potrebbe giustamente obiettare che siamo fuori contesto e avrebbe anche ragione, se non fosse che alla base di singoli di successo come “Like A Virgin” ci siano due songwriter d’estrazione rock: Billy Steinberg e Tom Kelly.
Billy Steinberg, originario della California, iniziò la propria carriera con i Billy Thermal, nelle vesti di singer e compositore. Tom Kelly, invece, militò in numerose band dell’Indiana e dell’Illinois e fece parte dei Fool’s Gold, quest’ultimi autori di due dischi sulla falsariga degli Eagles. In seguito a questa esperienza, Kelly trovò lavoro come backing vocalist per complessi quali REO Speedwagon, America e Rick Springfield e partecipò alla scrittura di “Fire And Ice” in “Precious Time” di Pat Benatar.
Le strade dei due si incrociarono ad un party nel 1981 e, unite le forze, Steinberg e Kelly formarono gli i-Ten, autori di questo “Taking A Cold Look”, datato 1983. Il curioso monicker i-Ten derivava dal nome dell’interstate 10, l’autostrada più interna che univa le due coste degli Stati Uniti.
Un nome, dunque, che proietta scenari immensi e solari, che emergono dai suoni custoditi in “Taking A Cold Look”: melodie espressive, velate da passione ed energia, ricche di assoli romantici e cori seducenti, che popolano e nutrono gli ascolti. Venature pop rock attraversano le canzoni del platter, tocchi hi-tech mai troppo invadenti, il tutto mescolato, distillato e raffinato in una formula che poteva e doveva far breccia nelle classifiche.
“Taking A Cold Look” rappresenta la testata d’angolo del melodic rock proveniente dalla West Coast e si sente: lo stile, ricco di personalità e gusto per gli arrangiamenti, richiama nei suoi momenti più delicati e passionali tutta la grazia dei Toto, i maestri di questa corrente.
Questa influenza non è casuale visto che proprio i principali esponenti dei Toto, Steve Lukather, David Paich e Steve Porcaro, partecipano come ospiti di lusso al progetto. Lo stesso Lukather dirige la produzione insieme a Keith Olsen, luminare per eccellenza del rock patinato.
Ma le collaborazioni importanti non finiscono qui: tra gli altri, si uniscono al progetto Alan Pasqua e Lenny Castro (alle percussioni in “Lonely In Each Other’s Arms”). L’incontro tra questi artisti crea una dimensione affettata, che narra di amori infranti, passioni ardenti, esperienze vissute da Kelly e Steinberg ma accomunabili a qualunque persona, di qualunque ceto e condizione.
In questo sottobosco di sensazioni, nato dai nostri desideri, siamo chiamati dalla title track attraverso tasti ansiosi mentre la voce delicata penetra, scivolando sulle note con spontanea eleganza. Le pulsazioni ritmiche aumentano con il nostro battito cardiaco e il refrain diventa un imperativo, esploso nell’ammaliante grido della chitarra.
La frase “taking a cold look” (cantata con fare quasi assente alla fine della strofa) comunica il messaggio ricorrente nell’album: domina il dolore, ritorna in te stesso, non diventare schiavo di una difficile relazione, considera con distacco e lucidità il problema per non farti sopraffare. La copertina visualizza il concetto e si lascia interpretare: la maschera, fredda e asettica, potrebbe personificare l’individuo (con le sembianze di Steinberg) che comprende una spiacevole situazione (un eventuale tradimento), focalizzando i soggetti coinvolti (la donna ed un uomo dalla folta barba alias Tom Kelly), senza farsi travolgere dagli eventi e dallo sconforto.
L’intreccio vocale dell’opener mostra come Kelly si occupi del lead vox mentre a Steinberg sia affidata buona parte delle voci in sottofondo. La scelta di Kelly, come singer principale, infonde un tocco a là Foreigner, cosa che non sarebbe avvenuta se le parti fossero state affidate a Steinberg, dalla voce più bianca e pop oriented.
Il sound non solo eredita la passionalità dei Foreigner ma aggiunge il tocco magico, di seta tipico dei Toto e l’ariosità degli Styx nell’inno corale di “Quicksand”. Il feeling di questa canzone è semplice e l’impatto è immediato, quanto lo scorrere della sabbia sulle dune dorate.
La terza traccia è una delle più belle rock ballad di tutti i tempi: il piano di “Alone” ci culla nelle acque della malinconia e ci traghetta in un luogo dove la chitarra scuote e risveglia le nostre passioni.
“Alone” è l’epitome del best seller mancato: in realtà, la song conquistò la vetta delle classifiche americane quando venne coverizzata dagli Heart delle sorelle Wilson nell’album “Bad Animals” (1987). Steinberg, che aveva curato la seconda versione, sostenne la superiorità della cover grazie al mood più rilassato.
Questioni di punti di vista, considerato il fatto che Steinberg espresse più volte la sua preferenza per sonorità più morbide e melense (ascoltare l’originale “Like A Virgin” potrebbe far vacillare il più impavido metallaro…). Purtroppo, il buon Billy ha dimenticato che la bellezza di “Taking A Cold Look” risiede proprio nella fusione di grazia e groove, che genera le onde positive di “Workin’ For A Lovin”. Una canzone dal refrain allegro e ritmato, capace di trasmettere il buon umore necessario per affrontare una grigia giornata: la voce sospinge calda, le tastiere brillano e su tutto si respira la gioia di lavorare per un’amore, una meta, uno stimolo che ci faccia sentire vivi e sereni.
A passi prudenti, in un set di sospetto e mistero, la tastiera ci accoglie nelle realtà di “Lonely In Each Other’s Arms”, dove il ritornello è ancora intessuto dalle voci corali. A udire suoni e parole, si materializzano sogni infranti, scorci di memoria smarriti e le atmosfere di un decennio che non tornerà mai più.
Il connubio perfetto tra adrenalina e feeling raggiunge il culmine in “I Don’t Want To Lose You”, dove le chitarre esplodono d’energia all’improvviso e Kelly alletta l’aspettatore, trascinandolo in un’atmosfera fatata. Ancora una volta, il vortice della melodia avvolge nelle sue spire, un tifone caldo e impetuoso che ci disarma e scioglie la nostra freddezza.
“Time To Say Goodbye” ha ancora forza di smuoverci e separarci dagli indugi: la voce è fluente ma al contempo è scossa da fremiti, generati dai flebili falsetti. Le chitarre del ritornello sono robuste sferzate che danno un tocco virile ed impetuoso, esaltando il refrain e le stesse tastiere lievi, il tutto creando riflessi dei propri ricordi.
Il rifferema passionale è il DNA di “The Easy Way Out”, l’anthem che trascina nel suo chorus senza uscita, che sa incantare con poche note della sei corde, un vero arco da cui Eros può scoccare emozioni.
“I’ve Been Crying” è un lungo addio, dove confluisce un paradiso di voci dorate, vellutate, splendenti e allo stesso tempo intense come lacrime che rigano le gote. Una song che creava un ponte ideale, un’alleanza nascosta tra gli i-Ten e gli alfieri dell’AOR più raffinato e intimo, i Toto.
La presenza dei Toto aleggia anche in “Pressing My Luck”, capace di sfidare le classifiche con doppie linee vocali soffuse, che si accendano e ardono all’apice del coro. La sei corde si riappropria della scena e cesella la linea melodica con enfasi irrequieta e romantica, traducendo in musica tutta l’eccitazione di sfidare la sorte per un amore irresistibile.
Fine di un sogno, l’inizio di una carriera: la legge del business
“Taking A Cold Look” rimase il grandioso testamento degli i-Ten: il combo non si esibì mai dal vivo e, senza uno straccio di promozione (a parte il video clip della title track), il loro duro lavoro passò in sordina, nonostante gli ottimi responsi della critica. Kelly e Steinberg trovarono fortuna dedicandosi alla scrittura per terzi, che offrì lauti guadagni e una vita soddisfacente (ma di gloria riflessa, si potrebbe dire…).
Se i Nostri sono da biasimare per la scelta presa, come dovremmo trattare quei divi che hanno sfruttato il lavoro degli altri? Che hanno vissuto e vivono sulla popolarità di pochi, discutibili singoli e campano sull’immagine e sul gossip dei rotocalchi scandalistici? Le star del pop stiano comunque tranquille: chi ascolta la vera musica, quella lontano dai video, fatta di talento e sudore, conosce la realtà e non insorgerà come Stewie Griffin, gridando al plagio in un eccesso d’ira!
Eric Nicodemo
Dei ex machina. Billy Steinberg (a sinistra) e Tom Kelly (a destra) in compagnia di Susanna Lee Hoffs del gruppo pop The Bangles, per il quale scriveranno le hit “In Your Room” ed “Eternal Flame”.