Recensione: Tales Along This Road
Svegliati dai tiepidi soli d’aprile i Kopriklaani rimettono il muso fuori dai loro cottage – ovviamente costruiti con fatica bonificando le paludi, e guai a chi si avvicina! – pronti a nuove scorribande sonore tra prati, foreste, balli notturni e vecchie melodie popolari.
Happy Little Boozer apre le danze come meglio non si potrebbe, e credetemi non pecco di entusiasmo se vi dico che siamo di fronte a quanto di meglio il Clan finnico abbia fatto sulle alte velocità. La struttura è pressappoco quella di Journey Man, ma il motivo portante supera le melodie già entusiasmanti del già citato pellegrino di Voice of Wilderness. Esuberante nella sua euforia quasi alcolica, il piccolo ubriaco felice è sicuramente destinata a conquistare e scatenare ancora più di una Cottages & Saunas o una Wooden Pints. Nei primi secondi della successiva Väkirauta riecheggia una Vatteanda di finntrolliana memoria, e non è affatto una sorpresa quando il riff d’apertura viene letteralmente divorato da una veloce ondata capace di mostrare la vera essenza folk del brano, con il munnharpe a dettare i tempi ritmici e un velocissimo assolo di fisarmonica a interrompere le rustiche linee vocali di Jönne Jarvela. È invece un’atmosfera più intima e meno bellicosa, ma non meno festosa, quella che impregna e si sprigiona dalle danze di Midsummer Night. Incedere in levare, break cadenzato arricchito da chitarre acustiche ed ecco servito a lor signori un altro accattivante brano in pieno stile Korpiklaani.
Dopo un inizio incalzante e vertiginoso è arrivato il momento di rallentare le andature dell’album. Il compito è affidato a Tuli Kokko, brano che unisce due tratti ormai classici della proposta musicale dei Korpiklaani: la malinconica ballata strumentale – da cui Tuli Kokko prende le melodie – e i momenti più lenti e narrativi. Giusto il tempo di un respiro però, perché la veloce strumentale Spring Dance torna a restituire ai Korpiklaani la dimensione che più sembra calzargli a pennello: quella dinamica, orecchiabile e con una buona dose di giocosità.
Tales along this Road è sicuramente un lavoro più solare dei due album precedenti, sia nei modi che nei temi. Under the Sun conferma questa tendenza con un l’ennesimo ritornello orecchiabile (anche se per la verità non eccessivamente luminoso) e ritmiche abbastanza briose che disimpegnano gli animi in vista della successiva Korpiklaani. Il brano che porta il nome della band mostra infatti presupposti meno irriverenti. La base melodica è sempre comunque derivata dalla polka finnica, ma i toni sono meno gongolanti del solito, e una nota di malinconia trapela dal violino di Hittavainen. In Rise esce allo scoperto il muro ritmico che spesso rimane in secondo piano sormontato dagli intrecci melodici di violino e fisarmonica, anche se sono sempre e comunque questi due strumenti di lunga memoria a guidare i giochi. Il pezzo nasce, cresce e muore alternando il veloce melodico refrain a una strofa lenta dalla costruzione più massiccia. Sempre sul concetto dell’alternanza si snoda la serratissima Kirki, episodio che ha il sapore quasi di un gioco, con violino e fisarmonica che si rincorrono tra pendii scoscesi e salite scivolose inseguiti dall’ugola di Järvelä; quest’ultima costretta a un’andatura più che frenetica per tenere il passo dei compagni. È tempo dell’epilogo: per la prima volta il Clan della Foresta ci saluta con un brano vivace. Hide Your Richess è un inno quasi ambientalista – come del resto era anche Mother Earth – dove il drappello di Lathi canta ancora una volta del suo amore per la terra e le cose semplici, con il violino di Hittavainen che si erge a protagonista assoluto come ai tempi di Spirit of the Forest.
‘Fatti di pietre e radici’, solidi e incisivi come non mai, i Korpiklaani si sono superati ancora, in una crescita qualitativa che di questo passo li porterà ben presto a insidiare i primati di quelle band considerate a ragione i mostri sacri del genere (gente come i Finntroll, per intenderci). Disco dopo disco la musica del Clan della Foresta si arricchisce di nuove varianti e nuovi elementi, matura e presenta soluzioni sempre più accurate e coinvolgenti. Cresce di tono e di spessore mostrandosi finalmente completa e deliziosamente ponderata. Nelle recensioni di Spirit of the Forest e Voice of Wilderness vi avevo parlato prima di un prospetto promettente, poi di una realtà. È il momento di parlare di eccellenza: che disco questo Tales Along This Road, che disco! Certo l’eclettismo non sarà il piatto della casa e il pionierismo non sarà il precetto fondamentale della filosofia dei Korpiklaani… ma non si può non rimanere sedotti dall’atmosfera genuina e festaiola di questa combriccola finlandese. Dopo aver fatto la conoscenza di Tales Along This Road difficilmente potrete rifiutargli ascolti su ascolti. Vi conquisterà, vi farà dimenare e vi farà bramare un fuoco attorno a cui danzare.
La caccia è cominciata, soltanto gli scaltri se la caveranno!
Tracklist:
01. Happy Little Boozer
02. Väkirauta
03. Midsummer Night
04. Tuli Kokko
05. Spring Dance
06. Under The Sun
07. Korpiklaani
08. Rise
09. Kirki
10. Hide Your Richess
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini