Recensione: Tales for Bad Girls

Di Alessandro Calvi - 14 Agosto 2008 - 0:00
Tales for Bad Girls
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Anno: 2008
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55

Secondo album per gli spagnoli Forever Slave dopo l’esordio con “Alice’s Inferno” nel 2005. Dopo il contratto con la Armageddon Media (di cui la Wacken Records è un’etichetta), gli iberici passano da un festival all’altro e realizzano alcuni sample per compilation prima di dedicarsi, nell’estate del 2007, alla realizzazione di questo “Tales for Bad Girls” con il quale il gruppo afferma di voler dare una virata al proprio sound.

Mentre il primo cd era, secondo le dichiarazioni dei musicisti, un gothic metal sinfonico, questa volta abbiamo a che fare con una proposta musicale più rock-oriented, una base blandamente sinfonica e qui e là rimandi, radi, al cantato hard-core per la voce maschile e al filone goth-pop ultimamente piuttosto in voga. Questo mix rende le canzoni orecchiabili e anche piuttosto riconoscibili, ma nulla più.
Pur mescolando abbastanza bene elementi diversi, i Forever Slave non riescono infatti a risultare in definitiva totalmente incisivi. La bella voce della cantante Lady Angellyca non è in grado di reggere da sola un album probabilmente pensato per essere dato in pasto a quella massa alla ricerca dell’ennesima band di grido sulla scia di Evanescence e soci. L’ascoltatore più esigente troverà quindi poco in grado di saziarlo veramente in questo cd.
Peccato, perché per esempio testi e concept alle spalle del disco non son per nulla banali e anzi riescono ad affrontare anche argomenti piuttosto ostici come l’AIDS, la pedofilia, l’omosessualità e tutta una serie di argomenti legati al sesso (convenzionale o no), senza scadere nei classici cliché. Fatto decisamente non scontato.
Tutto questo non è sufficiente a rialzare le sorti di un disco che pecca sotto il profilo compositivo andando a pescare tra riff già sentiti e soluzioni ovvie che alla lunga risultano troppo semplici e scontate.

Per concludere i Forever Slave con questo loro secondo cd non spiccano il salto. “Tales for Bad Girls” li conferma come una band che ha alcune buone idee, purtroppo annegate da una proposta musicale e una capacità compositiva che li relega nella media. I fan comunque potranno continuare a godere delle loro prestazioni dal vivo soprattutto in virtù della singer Angellyca che appare sempre più bella a ogni disco che passa.

Tracklist:
01 Dickhead!
02 Say Good-Bye
03 GothiX Girls
04 Pulse
05 Kristin A.I.D.S.
06 Afterlife
07 Our Story
08 Mar, No Te Vayas
09 The Lovers
10 Larmes et Roses
11 My Girl (She Loves Her)
12 Gasoline

Alex “Engash-Krul” Calvi

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