Recensione: Tales from WWII

Di Francesco Sgrò - 6 Febbraio 2015 - 15:00
Tales from WWII
Band: Nexus Opera
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
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73

Un esordio coraggioso quello confezionato dai giovani Nexus Opera, nuova promettente realtà del power metal italiano, la quale, con questo notevole Tales from WWII (pubblicato sotto l’ala protettiva della Spider Rock Promotion), dà prova tangibile della propria esistenza sulle scene.

Un velo di struggente malinconia caratterizza i primi istanti dell’opera, che prendono forma nelle note della plumbea “Ardenne”, intensa intro strumentale, contraddistinta da un ottimo lavoro tastieristico svolto da Gianfrancesco Araneo, bravo nel donare al brano un tocco di solenne drammaticità, rendendo il tutto evocativo.
Il pathos espresso nell’intro si pone come spina dorsale della seguente “Return Of A Hero”, opener granitica ed elegante, sempre dominata dalla marcata componente sinfonica del sestetto tricolore, il quale allestisce un potente affresco power-melodico, arricchito da una struttura dinamica ed interessante, in grado di far decollare subito il disco. Si prosegue con la gelida “Katyn (Death In The Forest)”, brano che mantiene inalterata la formula composita del combo italiano, si ancora una volta abile nel mescolare alla perfezione potenza e melodia, incastonando un nuovo importante tassello, in cui l’ugola acuta e squillante del bravo Davide Aricò riesce ad esprimersi al meglio, regalando una performance invidiabile.
L’anima più heavy dei Nexus Opera emerge nella ruvida e solenne “Wolfpack”, episodio contraddistinto da una struttura intricata, ricca di cambi di tempo e d’atmosfera, passando da accelerazioni laceranti a momenti più cadenzati e introspettivi: il risultato finale regala una canzone avvincente, ma forse eccessivamente dispersiva e confusionaria.
Rievocando le sonorità dei finnici Stratovarius, con la decisa “Laconia”, i nostri sembrano aver ritrovato la giusta ispirazione, con un brano gelido, melodico e condito da un pizzico di teatralità, sempre piacevole e mai fuori luogo. Buona anche la successiva “Nacht Hexen”, che dopo pochi minuti cede il passo all’articolata “Freedom Fighters”, con un ottimo refrain patriottico e battagliero, il quale purtroppo anticipa un break strumentale opaco e poco esaltante.
Decisamente migliore si rivela la bellissima “For A Thousand Cranes”, la quale va abilmente a pescare nella migliore tradizione hard rock a stelle e strisce, richiamando quasi le splendide atmosfere della storica “The Price”, stupenda ballad portata al successo dai Twisted Sister nel 1984.
Il carosello messo in scena dai Nexus Opera si conclude con la cupa e teatrale “The End Of War”, episodio musicalmente notevole, che si pone con successo a sigillo di un debutto discografico ragguardevole.

Una produzione ruvida ma efficace, inoltre, valorizza appieno un songwriting maturo e ben definito, che si concretizza nelle nove tracce che compongono il platter, per un totale di oltre cinquanta minuti di musica ambiziosa e complessivamente ben riuscita, malgrado qualche sporadica incertezza di fondo.

 

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