Recensione: Tales Of Creation
Negli anni ’80 i Candlemass si rivelarono padri,nonni e bisnonni fondatori del doom e lo fecero con alcuni cd stupefacenti, uno di questi fu proprio “Tales of Creation” (targato 1989).
Un disco che a mio avviso rasenta la perfezione… Le atmosfere sono quelle canoniche del genere (e non poteva essere altrimenti, kids, avendole inventate loro) quindi oscure, umorali ed ombrose – “Somewhere in Nowhere” e “The Edge of Heaven” sono abbastanza esemplificative – ma contemporaneamente è stata ben appresa la lezione musicale impartita per svariati anni dai Black Sabbath e lo si sente moltissimo nei riff suonati in canzoni come “Through the infinitive halls of Death“, dove per non scatenarsi bisogna essere veramente dei cyborg, “Dark Reflection“, oppure in “Tears” che per di più ha un ritornello veramente ma veramente ok. Inutile penso sottolineare la superiorità stilistica e tecnica del combo, non ce n’è per nessuno… sono loro i re del doom!
Per rendersene conto basta ascoltare una brano strumentale come “Into the Unfathomed Tower” (della serie: il chitarrista, il bassista e il batterista si sono inkazzati di brutto)… e per fortuna che quella di “Tales” è una versione rallentata dell’originale inciso nel primo demo!
D’altra parte com’è vero che qui abbiamo un picco pauroso di bravura, è anche vero che la maestria emerge un po’ in tutti i brani dell’album, non parliamo poi di quando si tratta di cambiare repentinamente un tempo..non si sentisse mai una volta una forzatura! E gli assoli? Hanno tutti un mood fenomenale.
Ma un buon disco per essere tale deve anche trasmettere sensazioni… e ciò che vi può dare questo cd è incredibile, prendete “Under the Oak” per esempio: è una song emozionante ed emotiva come poche sono state scritte al mondo… meditate gente, molti gruppi darebbero ben più del c#lo per incidere un disco come questo.
Compratelo, rubatelo, copiatelo… l’importante è che lo facciate vostro!