Recensione: Taste The Blood

Di Angelo D'Acunto - 15 Febbraio 2009 - 0:00
Taste The Blood
Band: Mortal Form
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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63

Arrivano dall’Olanda i Mortal Form, gruppo nato inizialmente come cover band
di Sepultura e Black Sabbath, per poi cambiare rotta verso i lidi del death
metal. L’esordio arriva nel 2002 con il full-length autoprodotto Evil Reborn, il
quale permetterà al combo olandese di firmare un contratto con la My Kingdom
Music
per la release del successivo studio album Taste The Blood.

Il sound proposto dalla band di Arnhem è un violento death/thrash fatto di
ritmiche semplici e lineari che si mantengono spesso e volentieri su velocità
non troppo elevate, con molte divagazioni più melodiche che ritroviamo sopratutto
in parti solistiche di chitarra nettamente heavy-oriented, il tutto
a sorreggere il possente vocione in growl del singer Rogier. Nessuno spunto
troppo personale o contaminazioni originali quindi, ma comunque sia, Taste
The Blood
si presenta ugualmente come un disco
suonato e prodotto piuttosto bene. Resta però il fatto che la qualità
complessiva delle tracce a disposizione risulta essere un po’ troppo altalenante: pezzi ottimamente
strutturati e coinvolgenti si alternano continuamente con episodi non proprio
riusciti e fin troppo statici. Quindi, se da una parte ci troviamo di fronte a
brani robusti, coinvolgenti e che godono di un songwriting piuttosto originale
come nel caso dell’opener The Uprising, caratterizzata da un
riffing più thrash-oriented, dall’altra abbiamo una tracklist che continua sulla
stessa linea dell’opener, composta da tracce sempre fedeli alla stessa struttura
fatta di riff ossessivi, violenza e aperture più melodiche piazzate qua e
la, ma che restano sempre e comunque ben composte e coinvolgenti. Su tutte
spiccano sicuramente le aperture più swedish della martellante From Ape To Christ
e i forti richiami al thrash teutonico della violenta e conclusiva Screwed.

In sostanza, poche idee per i Mortal Form, ma comunque sfruttate come
si deve, anche se in poche, pochissime occasioni. Alla fin fine Taste The Blood
è un disco suonato in ottimo modo, prodotto piuttosto bene che risulta
essere coinvolgente durante i primi ascolti, ma che non aggiunge nulla di nuovo
a quello che è stato già detto da tantissime altre band in circolazione e che
rischia solamente di perdersi in un mercato che offre prodotti ben più originali
e interessanti.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 The Uprising
02 From Ape To Christ
03 Besiege
04 Construction Of Deconstruction
05 Territorial
06 King Of Gauls
07 Blasphemer
08 Guts In The Gutter
09 Taste The Blood
10 Screwed

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