Recensione: Teenage Rebel
In ambiti AOR e melodic rock, negli ultimi tempi si è molto parlato dei Nestor.
Più o meno da quando, un paio di anni fa, questo sconosciuto gruppuscolo svedese (te pareva!) se n’è uscito con un debutto quasi interamente autoprodotto dalla qualità eccelsa, tale da far sfigurare molte delle migliori release pubblicate nel settore da nomi ed etichette parecchio più importanti e blasonate.
Una risonanza notevole ed una popolarità cresciuta in poco tempo, tanto da convincere una label di livello mondiale come Napalm Records a mettersi sulle loro tracce e proporre un deal multi album. Una scommessa ritenuta sicura su quello che, a detta di molti, sarà uno dei nomi guida del genere negli anni a venire.
Tempo ora di secondo disco e di verifiche.
Scommessa vinta davvero?
A mani basse possiamo dire. I Nestor non sono un fuoco di paglia o un gruppo di musicisti che ha imbroccato il cd della vita con “Kids in a Ghost Town” per poi rientrare nei ranghi.
In effetti no, sembrerebbero davvero essere una realtà significativamente importante. Probabilmente qualcosa di molto vicino alla terra promessa dell’AOR venato di atmosfere anni ottanta.
Oltretutto nemmeno nostalgiche o stucchevoli. Anzi, parecchio vivide e conturbanti.
Un misto tanto piacione quanto esaltante di Whitesnake, Def Leppard, Europe, Treat e Bon Jovi. Tutti nomi che si fondono e mescolano per dare origine ad una soluzione che un po’ ricorda tutti, sembra uscita dal 1987, ma in realtà non assomiglia univocamente a nessuno.
I Nestor sembrano un eco che arriva da lontano, un sogno ad occhi aperti. In un epoca in cui, francamente, di sogni ce ne sono pochi e quelli rimasti non sono a buon mercato.
Certo è che, trovarsi per le mani (e le orecchie!) delle canzoni come “Caroline”, “Teenage Rebel“, “Victorious” e “Unchain My Heart” è un balsamo per il morale. Roba che se fosse uscita anni fa, avrebbe letteralmente fatto il giro del mondo a cavallo di radio e televisioni. Melodie perfette, suoni che catturano, temi portanti memorabili, voce, chitarre e ritmiche inappuntabili.
E pure un bel po’ di “calore”. Ci si diverte, e ci si emoziona, giusto per far capire che si può girare a mille come un orologio, e riuscire allo stesso tempo ad unire tecnica e cuore. Eccellenza formale ed emozioni.
Forte e solido da qualsiasi punto di vista “Teenage Rebel” è un album alla soglia dell’olimpo che scrive la propria recensione da solo e non necessita di tante noiose chiacchiere.
Serve ascoltarlo, farsene catturare e affascinare. E poi viene tutto da se.
Sarà poi il tempo a definirne la grandezza e dichiarare se abbiamo colto nel segno ad affermare convintamente che questo è – per il nostro “sentire” – uno dei prodotti migliori di Hard rock melodico dell’ultimo decennio.
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