Recensione: Telemark ep
Con Ihsahn ci eravamo lasciati nel 2018, Àmr fu l’ultima fatica in studio del polistrumentista norvegese, con una carriera solista ormai ben consolidata e di indiscutibile valore artistico. Questo Telemark è il primo di due ep nei quali Ihsahn torna a casa e dedica la musica alle sue radici e ai posti in Norvegia dove tuttora vive. I tre brani qui proposti suonano black metal più diretto e feroce mentre quelli del lavoro successivo saranno più sperimentali; materiale a 360 gradi quindi per soddisfare sia i fan più intransigenti che e ortodossi che gli amanti delle proposte più sperimentali.
Striding, Nord e Telemark sono 3 gioiellini che ci donano un Ihsahn in grandissimo spolvero e che artisticamente si auto influenza da tutta la sua discografia; la titletrack in particolar modo è quella cosa che vale il prezzo del biglietto e mette una ciliegina su una torta che non avrebbe per niente sfigurato in un full length. Quello che fa storcere il naso è proprio questo: perché due ep e non un disco, vista la qualità dei brani? Vero, Telemark è venduto a metà prezzo ma non è una giustificazione, specialmente alla luce delle 2 cover aggiunte alla tracklist, che risultano utili come il due a briscola.
Parliamo di Rock and Roll Is Dead di Lenny Kravitz e Wrathchild degli Iron Maiden, delle quali come sempre lasciamo a voi il giudizio. Non ci sentiamo comunque di processare le intenzioni bocciando il lavoro perché sarebbe un falso; come sempre la verità sta nel mezzo e lì ci collochiamo. Telemark è un ep che non offre nulla a livello di un capolavoro ma tre ottimi brani assolutamente si, che lasciano ben sperare sia per la seconda parte dell’opera che per il proseguo di una carriera che ormai non conosce punti deboli. Questi diciotto minuti lasciano l’amaro in bocca solo per il loro essere tutto tranne che un riempitivo; il perché di certe scelte però noi non possiamo saperlo.