Recensione: TerminUs

Di Ottavio Pariante - 15 Dicembre 2012 - 0:00
TerminUs
Band: Deimos
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Ho ascoltato questo disco tutto di un fiato, prendendo in considerazione solo il lato squisitamente musicale. Un sguardo rapido alla bellissima ed evocativa copertina e subito nel lettore, per constatare tutto il suo potenziale.
Dei pavesi Deimos, band autrice dell’ep oggetto della recensione, conoscevo molto poco, perciò mi sono affidato ad un alleato che non tradisce mai: la musica.
E devo dire la verità, di quest’ultima in “TerminUs” ce n’è veramente in abbondanza.
Abbiamo a che fare con un sound veramente intrigante e ben costruito, dove l’heavy-metal epico di base si miscela con naturalezza con altri generi affini ad esso, che vanno dal power al thrash, con qualche piccola ma sontuosa divagazione su territori più progressive.

Sono passati sei anni dal loro esordio come come cover band dei Gamma Ray e sembra incredibile il loro processo di maturazione, che li ha portati al concepimento di questo succulento EP di cinque brani, antipasto del disco in lavorazione. Quello che sorprende e lo scoprirete solamente ascoltandolo, è la cura maniacale di ogni piccolo particolare.
Un produzione pregevole per essere un esordio e una grinta non indifferente, spostano verso l’alto il livello di attesa del loro prossimo lavoro.
La coesione tra i membri del gruppo si avverte non solo dalle prime note di “Wargreed”che andremo più avanti ad analizzare nei minimi particolari, ma soprattutto dalle scelte di soluzioni musicali coraggiose e mai derivative.
I Deimos sono composti da Antonio Pecere alla voce, dal duo Federico Lanterna e Luca Gabrieli alle chitarre e per concludere da Massimo Goletti e Santo Clementi rispettivamente batteria e basso; Clementi è anche autore del professionale missaggio finale di tutti brani.
Ad aggiungere ulteriore talento e competenza ad un gruppo già molto attrezzato di suo ci pensa la presenza di alcuni ospiti di grande prestigio, ci riferiamo a Chris Caffery (Savatage,Tran-Siberian orchestra), presente in un assolo nella seconda traccia “Gates of Babylon”. Paola Gemma (Lisa meets jack,Beggar farm) è invece protagonista di un duetto con Antonio Pecere nella quarta traccia ed infine ultimo, ma non in ordine d’importanza, Raffo Albanese (From the Depht) lead singer in “Stonetears”.
Come detto in precedenza, sono cinque i pezzi che compongono TerminUs, e sono tutti dotati di una struttura molto compatta e versatile.
Si comincia,con l’introduttiva “Wargreed”, a detta dello scrivente uno dei pezzi più immediati dell’album. Inizia subito con poderoso attacco di chitarra all’arma bianca. Si intravede sin da subito che i nostri prediligono l’impatto ed il chitarrisimo a qualunque forma di epicità sinfonica, lasciando a quest’ultima la possibilità di diffondersi attraverso le melodie forgiate dalla sessione ritmica.
La voce del cantante è profonda, si snoda con naturalezza tra tempi medi ed accelerazioni improvvise. Un bel inizio senza dubbio.
La battaglia è in atto ed il secondo pezzo, “Gates of Babylon”, entra subito nel vivo. Le linee guida stilistiche sono più o meno le stesse, anche se rispetto al precedente il pezzo ha bisogno di qualche ascolto in più per essere assimilato. Carino nel complesso e decisamente sofisticato in alcuni passaggi, anche grazie all’inserimento di Chris Caffery, autore di un guitar solo molto interessante.
Andando avanti con il nostro track-by-track c’imbattiamo nel pezzo a mio avviso più intricato  dell’intero EP: “Vulture Lead Our Way”, che rappresenta, per quanto riguarda l’aspetto tecnico-compositivo, il livello più alto raggiunto dalla band.
Non male nel suo insieme, grazie ad arrangiamenti delicati e ad una struttura più elaborata.

Dopo tanto furore non può mancare un momento più intimo, rappresentato dalla quarta traccia “Locked Hearth”.
Abbiamo a che fare con un “finto lento”, in quanto la struttura di base morbida e delicata dei primi istanti del pezzo,viene rimpiazzata da una semplicemente esplosiva posta nel refrain.
Docile e nello stesso momento ribelle, questa “Locked Hearth”, cantata in duetto (dove figura assieme a Pecere,anche la guest star Paola Gemma) in un modo molto appassionato e coinvolgente, appare piacevole, sebbene la struttura portante sia a tratti un po’ derivativa.
A chiudere questo interessante esordio dei Deimos, ci pensano le dinamiche arrembanti di “Stonetears”, che prederanno d’assalto l’ignaro ascoltatore.

Per concludere questo interessante viaggio nell’universo targato “Deimos”, possiamo solo applaudire ed apprezzare una band molto preparata e coerente con i propri ideali, aspettando con attesa il loro prossimo lavoro.

Ottavio Pariante


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Tracklist:
1) Wargreed
2) Gates of Babylon
3) Vulture lead our way
4) Locked Heart
5) Stonetears

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