Recensione: Terra 42

Di Fabio Vellata - 30 Novembre 2014 - 0:54
Terra 42
Etichetta:
Genere: Stoner 
Anno: 2014
Nazione:
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80

Un viaggio interstellare, una caduta nei recessi profondi del cosmo. Il roteare infinito tra le costellazioni, sperduti in un oceano di luci e suoni che confondono, avvolgono, seducono e rapiscono.

Se c’è un senso compiuto nella definizione di “trip sonoro”, è proprio da ricercarsi in “Terra 42”, eccellente seconda produzione discografica per gli Ira Del Baccano, poliedrico e multiforme ensemble capitolino che con questo nuovo album lancia un segnale all’intera comunità stoner internazionale, proponendosi come l’ennesima, grande, formazione di casa nostra attiva in tali ambiti.

Definire il gruppo guidato da Alessandro Santori come semplicemente “stoner”, sarebbe, tuttavia, quanto meno riduttivo. Nella composizione delle lunghe ed articolate suite che il quartetto ordisce con sapienza e perizia, gli stilemi ed i caratteri vanno oltre la mera “tassonomia” che vorrebbe – per comodità – fornire una veloce ed agevole catalogazione.
Lo space rock etereo ed astratto degli Hawkwind. Il terrore cupo dei primi Black Sabbath. L’essenza “liquida” e delirante dei Monster Magnet. Il prog cosmico, oscuro ed insondabile degli antichi Pink Floyd. E naturalmente, le chitarre ribelli e tuonanti di Nebula e Fu Manchu. Elementi ed ispirazioni che convergono in una serie di brani in cui esiste spazio unicamente per il vagare dei pensieri ed il librarsi delle immagini, veicolate da suoni studiati con arte magistrale al fine di catturare le emozioni in un lungo e stordente flusso sonoro.

Un’ora scarsa di musica priva di parti vocali in cui saggiare la notevole maturazione acquisita dalla band romana nell’amministrare con sagacia una materia altrimenti rischiosa e ricca d’insidie. Proporre tracce della lunghezza media molto sostenuta, senza alcun accenno testuale a rompere il costante rincorrersi di effetti e suoni, può rivelarsi un grosso limite, qualora non gestito a dovere: il pericolo di materializzare un autentico ed indigesto “mattone” è quasi immediato, persino naturale.
Così non è: le divagazioni degli Ira Del Baccano avvolgono ed affascinano senza lasciar spazio alla noia, sviluppandosi nella direzione di un caos controllato ed avvincente.
Le sei composizioni di cui si anima “Terra 42” assumono le sembianze di una jam session “spaziale”, in cui gli echi provenienti da lontane supernova si mescolano con il riffing acido e martellante delle chitarre slide, sconfinando in quello che – proprio come potrebbe suggerire il nome del gruppo – definiremmo un “baccanale” psychedelic-stoner-progressivo, nervoso, ipnotico, allucinato e senza forma terrena. Eppure tanto peculiare da risultare a tratti irresistibile, merito certo di un nucleo di musicisti che, insieme alla “visione” di un genere dai tratti personali ed elaborati, unisce un’indubitabile livello tecnico, dote che costituisce fondamento nella rincorsa ad uno stile altrimenti inaccessibile.

Per apprezzarne i caratteri, occorre, come ovvio, possedere una certa sensibilità per il tipo di musica proposto, non ci sono dubbi. Ma occorre parimenti sottolineare come il livello raggiunto dagli Ira Del Baccano sia del tutto superiore.
Ogni dettaglio, compresi qualità dei suoni e pregio della confezione (un digipack curatissimo e di notevole impatto), ci parla di una band che, pur in un contesto limitato e di nicchia, ha i numeri per definirsi di spessore internazionale.

Un plauso a Santori ed ai suoi sodali per l’eccellente lavoro. Ed altrettanto per Subsound Records, label cui va ascritto il merito d’aver dato voce ad una realtà tricolore di tale caratura.

 

 

 

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