Recensione: Terror Hungry
Purtroppo dal thrash metal non ci si può aspettare molto di nuovo, pur con le dovute eccezioni: tutti gli schemi compositivi del genere sono già stati sperimentati nei lontani anni Ottanta da band di grande calibro come Slayer, Sodom, Metallica, Sepultura e Anthrax.
Negli ultimi anni il movimento thrash è “rinato”, per così dire. Numerosissime band di giovani devono gran parte del loro sound e la loro immagine ai gruppi precedentemente citati.
Fra questi complessi si collocano i Lost Society, quattro giovanissimi finlandesi alle prese con il secondo lavoro in studio intitolato “Terror Hungry”. Il primo full-length, intitolato “Fast Loud Death”, aveva stupito il pubblico, me compreso: per essere quasi tutti minorenni questi ragazzi avevano grandi doti tecniche, e avevano proposto un thrash metal ingenuo, rapido e coinvolgente.
Con questo platter, invece, non fanno altro che riproporre tutto ciò che era stato composto in precedenza, facendo diventare quello che poteva essere il definitivo salto di qualità della band un mattone pesante, difficile da buttare giù in più di un ascolto.
Analizzando solamente l’esecuzione, possiamo benissimo confermare quanto detto precedentemente: il batterista Ossi Paananen ci dimostra la sua bravura dietro le pelli, riuscendo a cambiare ritmo senza difficoltà e lanciandosi in blast beat interminabili senza presentare un solo segno di stanchezza.
Anche la prova chitarristica non è male, pur seguendo fin troppo gli schemi tradizionali del thrash, ossia riff incalzanti e spediti e assoli al fulmicotone; il basso rende tutto ancora più roboante. Per quanto riguarda la voce, Samy Elbanna non fa altro che presentare il solito urletto roco monocorda, che in canzoni come “Lethal Pleasure” finisce per rendere tutto più irritante.
La sezione compositiva, come avrete intuito, è invece molto ripetitiva e anche le lyrics sono poco originali. I riferimenti alla Bay Area sono fin troppi, e questo rende l’album già sentito. Non manca neanche l’auto-plagio (vedasi appunto “Lethal Pleasure”, sputata copia di “Fast Loud Death”).
Le canzoni buone non mancano di certo. Fra tutte quante spicca “Attaxic”, con una sezione ritmica eccellente e il riff principale cadenzato e molto groovy.
Buone anche “Tyrant Takeover” (dall’ottimo assolo) e “Game Over”, decisamente più orecchiabile di altre tracce. In mezzo al piattume del platter, però, sonoun po’ poche tracce per riuscire a risollevare il morale, soprattutto se si fa caso a canzoni COMPLETAMENTE inutili come “Spurgatory” (che, passatemi la battuta, è proprio una purga) e “Mosh it Up”.
In sintesi, “Terror Hungry” è un album poco originale e ripetitivo, che presenta poco o nulla di originale sotto la produzione iper-plasticosa di Nuclear Blast. Un disco che, agli amanti del thrash come me, sicuramente non dispiacerà completamente. Per i metalhead onnivori il disco sarebbe perfetto in momenti come una pizza con gli amici: in fin dei conti ci sono dei momenti divertenti. Altrimenti, se proprio siete dei progressisti, state alla larga, potreste spendere 15 euro inutilmente.
Insomma, un passo indietro al quale i Lost Society dovranno porre rimedio fin dalla prossima release.
Francesco “Manthas” Brocca
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