Recensione: Tervaskanto

Di Alessandro Zaccarini - 1 Luglio 2007 - 0:00
Tervaskanto
Band: Korpiklaani
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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85

Chi l’avrebbe detto che cinque anni sarebbero passati così in fretta per i Korpiklaani, sbucati quasi per caso dalle foreste finlandesi in una notte d’autunno di inizio millennio, divenuti poi con ‘Voice of Wilderness’ gli orgogliosi alfieri di un metal che non è estremo e non è classico, che non canta in pulito e nemmeno in growl, che è semplicemente una sintesi del folk più puro che possiate trovare nella scena.

Oggi i Korpiklaani sono nel classico momento in cui sbagliare qualcosa, o ancora peggio eccedere in un aspetto della loro musica, significherebbe chissà quale disfatta morale. Nel metal, terra di fan ottusi e confini invalicabili, lo “sputtanamento” è un nemico sornione sempre appostato dietro al prossimo angolo. In una situazione analoga vi ci si sono trovati i Finntroll qualche mese fa, costretti a dimostrare di non essersi venduti dopo il successo clamoroso di ‘Visor Om Slutet’ e da quel ‘Nattfödd’ a cui la quadratissima e ruffianissima ‘Trollhammaren’ aveva aperto una strada larga e comoda. Disco stupendo, ‘Nattfödd’, ma troppo easy-listening per quei fedeli della prima ora che avevano accusato la mancanza delle sfuriate black/thrash e dei momenti più oscuri. Come la band di Henri aka Trollorn si è tirata fuori in maniera ottima con ‘Ur Jordens Djup’, così oggi fanno i Korpiklaani.

‘Tales Along This Road’ era un monumento di danze e brindisi, divertimento e corse notturne per la foresta, ritornelli ariosi e cavalcate trascinanti. Un disco genuinamente esaltante come mai ce ne era stato uno. Con ‘Tervaskanto’ – che ci ripropone in copertina lo stesso strano personaggio del suo predecessore – le cose cambiano quel che basta per allontanare chi si era avvicinato alla festa soltanto perché non aveva altro da fare, e mantenere nel caloroso abbraccio di un vecchio amico reso ancora più affettuoso dall’alcol, chi invece la nuova la baldoria la stava aspettando sin dall’ultima nota di ‘Hide Your Richess’.

Manca probabilmente la hit stile ‘Beer Beer’ o ‘Happy Little Boozer’, ma in un disco che fa della sua omogeneità qualitativa la sua arma migliore, è davvero cosa di poco conto. Violino, accordion e flauto danzano a braccetto in grande stile sulle zingarate alcoliche di Karhunkaatolaulu, Let’s Drink e la doppia natura di Nordic Feast, mentre Veriset Aparat apre ad arrangiamenti più classici tanto da ricordare molto da vicino il Canon in re di Pachelbel nella parte finale del proprio cammino. Il fuoco interiore di Pavlovana o la cadenzata andatura di Vesilahden Verajilla miscelano in grande stile azzeccate linee vocali a idee e melodie strumentali che si fanno disco dopo disco sempre più fini senza perdere la propria incredibile naturalezza. La stessa idea di fondo che guida Running With Wolves e Viima, o la title-track Tervaskanto che (come ormai da tradizione per la traccia che occupa il secondo posto in tracklist) si apre con la chitarra distorta in solitudine ad anticipare temi e ritmi del brano. Avanti così passando per Misty Fields e Liekkion Isku, in un disco che scherza e accelera, muta ma soprattutto conquista con le sue repentine scorribande e le soluzioni armoniche di grande freschezza e gusto.

Non è così scontato fare le cose semplici: la complessità solitamente attira per le proprie trame e la propria laboriosità, ma è la linearità a colpire per ciò che realmente è. Gli undici brani di questo quarto capitolo non hanno bisogno di vestiti pregiati, sono copri nudi sporchi di birra e fango, e sono già perfetti così, per conquistare e travolgere come un torrente dopo giorni e giorni di temporale.

Un nuovo disco dal cuore nobile e dal fegato spappolato, dunque, per tutti quelli che credono ancora che la musica migliore sia quella che scaturisce dalle emozioni primordiali della vita: sesso, cibo, alcol, e quella voglia di cantare e ballare che purtroppo la maggior parte del genere umano, musicisti compresi, ha dimenticato.

I fuochi svaniscono nell’alba, gli spiriti sono tornati al loro mondo. Ho visto il futuro, ed è buono.

Tracklist:
01. Let’s Drink
02. Tervaskanto
03. Viima
04. Veriset Äpärät 
05. Running with Wolves
06. Liekkiön Isku 
07. Palovana 
08. Karhunkaatolaulu
09. Misty Fields
10. Vesilahden Veräjillä
11. Nordic Feast

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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