Recensione: Teumman Part Two
Secondo capitolo in casa Dark Ages dopo Teumman Part One del 2011 e secondo centro. Teumman II si conferma, come il suo predecessore, lavoro molto curato ed eclettico. I Dark Ages non sono i classici cinque omaccioni dediti al Metallo tout court, infatti vantano alle tastiere una dolce e bella donzella quale Angela Busato la quale, volente o nolente, fornisce quel quid in più tipico del tocco femminile. Eleganza anche nel suono, quindi, e fin qui tutto bene. La miscela di HM, Progressive e partiture sinfoniche se riesce a deliziare anche i palati più esigenti alla lunga paga un poco pegno all’immediatezza. Trattasi sicuramente di scelta artistica, anche perché i Dark Ages posseggono al Loro interno il chitarrista Simone Calciolari, uno che quando c’è da menare sa come si fa, e per giunta bene, forte di un’esperienza lunga decenni fra le pieghe agrodolci del Metallo Italiano.
Probabilmente la miglior freccia nell’arco intarsiato con il logo degli ‘Ages risulta essere l’inclinazione a la Virgin Steele – quelli dei tempi d’oro, of course – che potrebbe rappresentare per il combo veneto la miglior via da sviluppare per il futuro, integrata insieme con quella sana dose di violenza e, perché no, di sacrosanta ignoranza nella giusta dose, che sa render fresco e frizzante qualsiasi lavoro in ambito musical-siderurgico. Teumman II, costituendo la naturale prosecuzione di Teumman I, si snoda fra le trame di un concept e, proprio per questo, giocoforza deve sottostare a un certo evolvere che non permette, di fatto, le impennate improvvise tipiche di un disco “normale”.
Rispetto alla parte primigenia, la componente drammatica assurge a protagonista e demarca nettamente lo scorrere degli avvenimenti in terra assira; in questo senso il lavoro di Angela Busato risulta fondamentale a scandire inesorabilmente i vari passaggi. Ad esempio, da orgasmo è Vortex, forte di un suono d’organo da brivido, così come, in generale i pezzi conclusivi, ove il singer Davide Cagnata, da gran cerimoniere qual è, esalta al meglio il mood della storia che, in un crescendo narrativo abilmente musicato, giunge alla conclusione, regalando al Metallo Italiano un ulteriore album di classe. L’uscita si accompagna a un libretto di sedici pagine con foto e tutti i testi, fondamentali per potersi immergere appieno nella narrazione, intrigante quanto la curata copertina, rappresentante la regina Namrad.
Teumman Part Two: per tanti ma non per tutti, in linea con altre band particolari quali Adramelch e Dark Quarterer, come già scrissi in passato.
Stefano “Steven Rich” Ricetti