Recensione: The 3rd Dimension

Di Andrea Bacigalupo - 17 Gennaio 2025 - 8:30
The 3rd Dimension
Band: Hazzerd
Etichetta: M-Theory Audio
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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70

Abbiamo sommariamente raccontato la storia dei canadesi Hazzerd in occasione della recensione di ‘Misleading Evil’ del 2017, il loro album di debutto e poi con ‘Delirium’, loro secondo full-Length uscito nel 2020.

Ora continuiamo con ‘The 3rd Dimension’, terzo lavoro sulla lunga distanza disponibile dal 17 Gennaio 2025 via M-Theory Audio.

Dalla sua costituzione la band non ha subito mutamenti fino alla registrazione di quest’ultimo album, poi il chitarrista Brendan Malycky è stato sostituito da Nick Schwartz (Tymo, Kill Witch).

Anche il sound non è variato: un Thrash Metal fortemente agganciato alla Vecchia Scuola statunitense ficcante e rovente. Rispetto a ‘Delirium’, però, la band fa un passo indietro, preferendo brani meno articolati, più corti ed anche meno oscuri per narrare essenzialmente di storie inventate o prese dai media (come ‘Deathbringer’, influenzata dalla serie manga ‘Attack on Titan’), oppure per trattare argomenti leggeri (come ‘ThArSh TiLl DeTh’, che prende in giro gli snob del metal che pensano che siano solo le loro opinioni a contare). Insomma, un approccio diverso che mette in secondo piano la parte buia della natura umana per qualcosa di più distensivo, una contrapposizione a quel momento buio dell’ultima pandemia quando quest’album ha cominciato a prendere forma.

Passo indietro che non vuol dire superficialità: gli Hazzerd sono sempre meticolosi nel macinare riff su riff e nell’incastonare melodie d’assalto con refrain orecchiabili e cori sovversivi, mettendo in luce un lavoro ritmico diretto e sparato ma elaborato nel suo evolversi, con un taglio delle chitarre ruvido, personale e distintivo.

Thrash allo stato selvatico ma con tante influenze classiche, particolarmente evidenti nella già citata ‘Deathbringer’, le cui armonie fanno fischiare le orecchie a Murray e Smith e nei tanti lunghi assoli che escono dai solchi.

Di contro non c’è tantissima varietà: l’album scorre senza cadute, ma anche senza momenti salienti, con i brani essenzialmente tutti nello stesso range con velocità da iper spazio interposta a rallentamenti soffocanti. L’album decolla ma poi si assesta sulla stessa quota per tutto il tragitto.

 

Ci sono anche due strumentali: una breve e malinconica (‘TTT’, di 1,25 minuti), purtroppo uguale a tanti altri inserti di questo tipo che vogliono spezzare in due il disco, l’altra lunghissima (‘A Fell Omen’ di 9,08 minuti), anche troppo nella realtà, con buoni momenti acustici ed atmosferici ma con troppe parti tecniche che la rendono dispersiva.

Concludendo, ‘Misleading Evil’ aveva colpito per la sua spontaneità, ‘Delirium’ per la sua evoluzione artistica. ‘The 3rd Dimension’ è più un album transitivo, dove gli Hazzerd non sembrano ancora molto decisi su quale strada continuare tanto da optare per un lavoro che, pur contraddistinguendoli, è troppo lineare.

Poco male, non tutti i terzi album fanno il botto nucleare. Questo non è male ma di qualità inferiore ai due full-length precedenti. Pazienza, continuiamo ad avere fiducia in questa band ed aspettiamo il prossimo lavoro.

The 3rd Dimension’ è stato registrato per la sua quasi totalità direttamente dagli Hazzerd presso lo studio di Toryin Schadlich, mentre la batteria è stata incisa presso gli MCC Studio. È stato masterizzato da Johnny Gasparic (Into Eternity) e mixato da Cody Anstey. La copertina è stata realizzata da Andrei Bouzikov (Municipal Waste, Toxic Holocaust, Skeletonwitch), già artefice delle due precedenti.

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