Recensione: The $5,98 E.P. Garage Days Re-Revisited

Di Nicola Furlan - 17 Giugno 2006 - 0:00
The $5,98 E.P. Garage Days Re-Revisited
Band: Metallica
Etichetta:
Genere:
Anno: 1987
Nazione:
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75

Metallica: la storia di questa band, dalla nascita ad oggi, è caratterizzata da molteplici tappe significative. Analizziamone brevemente alcune, di particolare interesse per il disco in esame. Una prima comprende Kill’em All (1983) e Ride the Lightning (1984); una seconda coincide con Master of Puppets (1986) indiscusso masterpiece del genere in cui milita per l’ultima volta Cliff Burton, morto il 27/09/1986 in Svezia nel corso di un tour promozionale. La terza può identificarsi con …And Justice for All (1988), un vero punto di svolta, per via del suo thrash reinterpretato in modo innovativo da una band che annovera ora in line up l’ex bassista dei Flotsam & Jetsam Jason Newsted. Fatte queste premesse, le domande da porsi ad analisi di questo The $5,98 E.P. Garage Days Re-Revisited potrebbero essere identificate con le seguenti:

1- Perché l’album risulta essere una pedina importante nello scacchiere storico della band?

2- Che analogie presenta rispetto il passato (fino al 1986) e che cosa propone per l’immediato futuro (…And Justice for All)?

Proviamo a rispondere al primo quesito. Spesso non è inusuale leggere troppo sufficienti considerazioni su questo EP, ma sebbene siano solo cinque le canzoni presenti si capisce come queste cover siano interpretate con notevole personalità e una intensità thrash non indifferente; i quattro omaggiano alcuni dei loro maestri ispiratori riproponendone alcune opere di rilievo.
La ridotta scaletta indica ad opener “Helpless” (1981), degli eclettici rockers Diamond Head, potentemente riproposta in linea con le sonorità bay area del tempo. Il mix che ne esce è particolare e ricercato. La carica rock che animava l’originale si incattivisce sui granitici riffs e, coadiuvata da una produzione bella potente, sfonda anche i confini di quello stesso thrash che altri colleghi proponevano. Il nuovo stile di Newsted ha un sapore del tutto diverso da quello del compianto Burton, ma pur sempre all’altezza dell’improba eredità. La seconda “The Small Hours” (1983) viene manipolata da mastodontiche impalcature che la ristrutturano tramite iniezioni di granitici riff e le donano una forma fortemente thrashy che ulteriormente si discosta dalle interpretazioni e produzioni adottate nello stesso Master of Puppets un anno prima.
Proposta probabilmente da Lars Ulrich, The Wait (1980), di quegli inglesi Killing Joke a lui tanto vicini, è forse la traccia di più difficile interpretazione. La canzone infatti è figlia della triade punk-rock-dark, sperimentazione di più stili, contraddistinta da un cantato psichedelico e sofferente, oltre che da un sound marcio e freddo. Questa mescolanza di spontaneità viene presa, schematizzata, essenzializzata e riproposta in chiave personale. Il riffing viene riagganciato alla precedente, il cantato risulta in parte sintetizzato, al chorus viene applicato un effetto-eco per non farne perdere l’atmosfera originale. In sintesi la rielaborazione è del tutto riuscita, ristrutturando appunto la base strumentale e caricando di personale phatos il cantato, a onore della prova di Hetfield. La parte solista peraltro ricorda molto il recente passato della band.
Crash Corse in a Brian Surgery” (1971) dei Budgie, hard rock band cui molte formazioni metal potrebbero tranquillamente offrire da bere a ringraziamento per le molteplici ispirazioni indotte, è riproposta in maniera totalmente opposta all’originale. La produzione deve infatti necessariamente sposarsi con la filosofia dei four horsemen e gioca quindi un ruolo fondamentale, incidendo in modo determinante sul risultato. Dal graffiante minimalismo della prima versione si passa a una pulizia potente e calibrata, dalle libere espressività classicamente rockeggianti ai concentrati comparti ritmici in pieno bay area-style. Un lavoro davvero di gran lustro.
Si chiude con “Last Caress/Green Hell” (1982) dei mitici Misfits, capitanati dal “maledetto” Glenn Danzig: un rapido uno-due di song, dall’orecchiabile violenza sonora di Last Caress, all’incredibile velocità di Green Hell, che il combo americano ritocca perfettamente senza snaturarne l’anima e che firma con un acido richiamo a Run to The Hills.
È facile allora rispondere alla prima domanda, quella riguardante l’importanza dell’EP: esso rappresenta il collegamento tra le vecchie aspirazioni, legate per molteplici motivi alla prima solida line-up, ai primi sound, al primo determinante passo avanti in termini di songwriting e produzione di Master of Puppets fino alla rivisitazione della memoria ispiratrice. Questo lavoro evidenzia necessariamente la necessità da parte dei Metallica di prendere il proprio bagaglio storico musicale in mano, spolparlo di quanto è in eccesso e riconfigurare gli obiettivi anche in virtù dell’arrivo di Newsted. E ci sono riusciti alla perfezione.

Veniamo dunque alla seconda questione. La particolare configurazione di questo “The $5,98 E.P. Garage Days Re-Revisited” all’interno della contenuta ma significativa discografia della band induce a classificarlo come passo fondamentale tra due prime ere produttive (come detto in apertura di recensione) e la successiva, posteriore di un anno. In altre parole, a mio modesto avviso, già si incomincia ad intravedere un cambiamento di stile verso una diversa maturità che sfocerà da lì a poco in …And Justice for All, discusso, unico, importante e forse ultimo capolavoro thrash della band. Dall’ascolto infatti si colgono richiami molto vicini a Master of Puppets soprattutto nelle parti soliste di Hammet, mentre la produzione si colloca perfettamente bilanciata tra Master of Puppets e suoni sottilmente e sperimentalmente più puliti. I riffing delle proposte elaborate invece sono molto più granitici, il cantato e le esecuzioni sono originali e molto introspettivi, a cacciare fuori tutta la passione storico/giovanile che i ragazzi avevano dentro. Quello che ne emerge è una band pronta ad un salto ulteriore, vogliosa di lasciare ancora il segno.

The $5,98 E.P. Garage Days Re-Revisited non è nient’altro che una nuova presentazione, essenziale e determinata, un volto nuovo, ma ricco di memoria storica che prima rielabora in termini moderni il vecchio e contemporaneamente delinea le forme di un quarto nuovo album. Quattro album per una storia che non avrà mai fine.

Tracklist:
1. Helpless (Diamond Head cover) 06:36
2. The Small Hours (Holocaust cover) 06:39
3. The Wait (Killing Joke cover) 04:55
4. Crash Course in Brain Surgery (Budgie cover) 03:10
5. Last Caress/Green Hell (Misfits cover) 03:28

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