Recensione: The Absolute
La carriera artistica di Borislav Mitic, giovane musicista serbo nato a Belgrado ma già da qualche tempo trasferitosi in via definitiva in Canada, inizia all’età di undici anni, quando, da perfetto autodidatta, imbraccia per la prima volta una chitarra con lo scopo di ricalcare le orme di artisti del calibro di Michael Schenker, Jimi Hendrix e Ritchie Blackmore. All’età di diciotto anni, dopo essere rimasto letteralmente folgorato dalla musica di Joe Satriani, Steve Vai e, soprattutto, Yngwie Malmsteen, comincia a dedicarsi all’attività solista, e nel corso del 1996 pubblica il primo disco, intitolato Fantasy, che lo lancia improvvisamente come uno dei più promettenti guitar hero della scena balcanica. Nel 1997 inizia la collaborazione con la Sharpnel Records di Mike Varney, che cura la release del secondo full length ufficiale, dal titolo Borislav Mitic, uscito nel 1999. A distanza di ben dieci anni da quest’ultimo lavoro, torna ora sulle scene il chitarrista serbo con il terzo album solista, dal titolo The Absolute, pubblicato nel mese di dicembre del 2009 dalla finnica Lion Music.
Completamente composto e suonato dal solo Borislav Mitic (che in questa sede si prende cura, oltre che delle parti di chitarra, anche di quelle di basso e di batteria), questo The Absolute presenta una decina di tracce completamente strumentali (per oltre cinquanta minuti di durata) sulla scia di artisti del calibro di Tony Macalpine, Vinnie Moore, Yngwie Malmsteen o dei Cacophony di Jason Becker, per un sound che punta a mescolare divagazioni più prettamente neoclassiche con spunti di chiara derivazione hard n’heavy e lontani echi di stampo thrash e progressive. Tanta è quindi, come è lecito aspettarsi, la tecnica strumentale che viene offerta in questo disco, per uno stile, quello del chitarrista serbo, che predilige tuttavia l’inserimento di melodie di ampio respiro, piuttosto dirette e facilmente memorizzabili, in modo da rendere questo lavoro facilmente digeribile e apprezzabile anche da chi non è solitamente avvezzo a questo genere di sonorità. Se però gli elementi per dare alla luce un album estremamente interessante (perlomeno sulla carta) ci sono tutti, bisogna sicuramente convenire che il risultato, purtroppo, non è certo dei migliori: poche infatti sono le luci e tante le ombre in questa release, per dei brani che mostrano, oltre che una certa ripetitività e una scarsa inventiva, anche una decisa carenza per quanto riguarda gli arrangiamenti (abbastanza poveri e banali nel complesso). Davvero pochi sono infatti gli episodi interessanti, tra i quali possiamo annoverare la riuscita Secret of Life, brano che coniuga ritmiche più thrash oriented con assoli dal sapore più prettamente hard n’heavy, oppure la più marcatamente neoclassica Within All Existence, molto vicina per certi versi alla produzione di Yngwie Malmsteen.
Insomma, ci troviamo dinnanzi a un’uscita sicuramente non sufficiente, decisamente trascurabile e nel complesso davvero poco interessante. Pochi infatti sono gli spunti degni di nota in questo The Absolute, disco che, a fronte di uno sfoggio di tecnica assolutamente di primo livello, si dimostra invece terribilmente povero sia per quanto riguarda il songwriting (le composizioni risultano davvero troppo ripetitive ed eccessivamente derivative) che per la scelta degli arrangiamenti (davvero scarni e banali). Insomma, un vero e proprio passo falso per Borislav Mitic, con la speranza che i prossimi lavori possano tornare su standard qualitativi decisamente più alti.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. The Absolute
02. Secret of Life
03. Hidden
04. Within All Existence
05. Promises
06. The Prize of Eternity
07. For The Chosen
08. Fighter of Glory
09. Walking the Path
10. To One Truth