Recensione: The Anthropodermic Manuscript of Retribution
«La potenza nelle mani degli uomini».
Questo è stato il mio primo pensiero all’ascolto di “The Anthropodermic Manuscript of Retribution”, ultimo full dei Virulency – death metal band spagnola originaria di Madrid – pubblicato nel 2016. Il gruppo ha visto numerosi cambiamenti di line-up nel corso della sua militanza, fino ad arrivare alla formazione attuale, ovvero: DisJorge – basso e chitarra, J – voce, Asier – chitarra, Fabio “Dr. Grinder” Ramirez – batteria.
Una produzione ineccepibile per quanto riguarda tecnica e talento, ma non brilla certo di originalità. Troviamo infatti uno strumentale di tutto rispetto, up-tempo in totale concordia con lo stile proposto e una serie di riff e stop’n’go davvero interessanti. Il sound in generale varia durante l’ascolto dell’intero full-length grazie soprattutto alle backing-track sparse, ma il songwriting risulta spesso monotono e scarso d’inventiva. Inoltre, a tutto questo la voce non di certo aiuta, presentandosi come una semplice sequenza inevitabilmente statica di pig-squeal ripetuti all’infinito e oltre, quasi dando alla noia più totale nonché risultando forse anche un po’ fuori posto in alcune song.
Tuttavia, bisogna ammettere che qualche traccia riesce a spezzare quel tanto che basta la monotonia della tracklist, per esempio notevole composizione presenta ‘Concupiscent Succubus Disturbance’ e ‘Beyond the Abblated Clitoral Organs’, dove le mitragliate e i blast-beats non sono stati messi a caso ma seguono una precisa linea compositiva.
D’altra parte, ho trovato molto stimolante l’intero lavoro da un punto di vista percettivo / espressionistico, specialmente nella backing-track dell’ultimo brano, ‘Sculptured Didelphic Uterus’, la quale è riuscita a creare nella mia testa un collegamento cinematografico con una delle più famose e straordinarie pellicole del regista Rob Zombie – conosciuto anche come cantante e attore – “Le Streghe di Salem”. Molti pensano che film come quello citato precedentemente e il genere in analisi siano facilmente riconducibili, ma vi assicuro che, per chi studia le pellicole, non è così.
Comunque, tornando a bomba, reputo “The Anthropodermic Manuscript of Retribution” in toto discretamente accettabile, unica grande pecca per i miei gusti personali è la voce, scarsa inventiva e lungimiranza nella creazione.
Invito lo stesso all’ascolto, poiché credo ci sia di peggio in giro rispetto al lavoro svolto dai Virulency, nell’attesa di qualcosa di un tantino più eterogeneo da parte della suddetta band.
Larika “Metallarika” Fracca