Recensione: The Antikythera Mechanism

Di Francesco Sgrò - 15 Ottobre 2013 - 21:11
The Antikythera Mechanism
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
75

Molto spesso quando si parla di Finlandia, il primo genere musicale che subito si collega alla terra nordica è il Power Metal. Senza dubbio, infatti, tale genere gode di ottima salute nelle gelide lande dei mille laghi.
Tuttavia anche in Finlandia, non si vive di solo Power: gli Standing Ovation irrompono sulle scene con un album d’esordio che trae la propria linfa vitale dal Progressive Metal più articolato, confezionando una prima opera notevole e certamente degna di ascolto.

Impreziosito da una produzione efficace e da un artwork sufficientemente suggestivo, l’album si snoda attraverso undici tracce ben eseguite ed ottimamente strutturate che permettono al platter di essere assimilato agevolmente da tutti gli appassionati del Prog più tecnico e complesso, mentre probabilmente andrà incontro allo sfavore di chi, in musica, non apprezza esagerati virtuosismi.

L’inizio dell’opera è affidato alla breve e strumentale “Scatter”, interessante ed enigmatica intro, quasi esclusivamente acustica che, dopo pochi minuti, cede il passo all’ipnotica “Escapade”, opener ben articolata, ricchissima di repentini cambi di tempo ed infarcita da intricati riff di chitarra e tastiera, coadiuvati da una sezione ritmica precisa e potente, utile nell’esaltare le particolari melodie condotte dal vocalist Jouni Partanen.
I toni si affievoliscono nella atmosferica “Travesty”, interessante intermezzo elettro acustico dalle leggere venature Folk, che nel proprio prosieguo esplode in un turbine di potenza e tecnica volta ad anticipare le suggestioni contenute nella teatrale “Black Box”, pezzo gelido e strutturato, costruito nuovamente intorno agli ipnotici riff allestiti dalle due chitarre ed amalgamati perfettamente con l’operato tastieristico svolto dal bravo Petri Eskola.
Anche in questo caso, il risultato è notevole: il gruppo dimostra di essere tecnicamente ben preparato e di saper sfruttare soluzioni compositive ricercate e personali, anche se non sempre di facile assimilazione.

Interessante risulta essere anche la particolare “Hev Hol”, contraddistinta ancora da massicci riff chitarristici squarciati da un refrain allegro e divertente.
Nella sulfurea “Hermorhage”, il combo finnico alterna ancora momenti arpeggiati e rilassanti a sfuriate Prog ottimamente eseguite, in cui le melodie vocali risultano sempre caratteristiche e ben interpretate.
La seguente “I Have Superhuman Powers” segue fedelmente lo schema musicale delle precedenti tracce, riuscendo a stuzzicare l’attenzione dell’ascoltatore grazie ad una struttura in continua evoluzione.

Con la bellissima “Break The News”, il combo finnico sembra aver momentaneamente accantonato i virtuosismi (comunque presenti anche in questo episodio), per adagiarsi su lande maggiormente melodiche, avvicinandosi alla forma della canzone classica per un piacevole episodio che, una volta tanto, risulta di facile ascolto.
L’ultima parte del platter è invece scandita dalla lunga title track, suite divisa in tre parti posta quale degna conclusione di un album devastante nel suo continuo nervosismo di fondo e di non facile ascolto, permeato da un anima complessa ed elitaria tale da renderlo bottino per pochi appassionati

Ma in ogni caso e forse proprio per questo, assolutamente interessante e meritevole di un minimo di attenzione, non fosse altro che per la notevole cura dei dettagli che ne caratterizzano l’essenza.

Discutine sul forum nella sezione Progressive!

Ultimi album di Standing Ovation