Recensione: The Arrogance Of Ignorance

Di Angelo D'Acunto - 12 Novembre 2008 - 0:00
The Arrogance Of Ignorance

Li avevamo lasciati solo un anno fa con Mirror Palace, disco che già aveva attirato l’attenzione della critica sulla proposta musicale degli Oceans Of Sadness. Nell’anno 2008 la band fiamminga torna, più in forma che mai, a scuotere la scena musicale con un nuovo gioiello che risponde al nome di The Arrogance Of Ignorance.

Con The Arrogance Of Ignorance il sound della band belga compie una brusca sterzata verso territori meno complessi per lasciare spazio ad una maggiore semplicità e linearità; vengono quindi snellite le strutture dei pezzi in modo da favorire non poco una facile assimilazione sin dal primo ascolto. In primo piano troviamo sempre le tastiere dell’eclettico Hans Claes, sempre bravo a guidare sapientemente l’operato dei restanti componenti della band. L’apertura lascia subito spazio a quattro autentiche perle (e siamo solo ai minuti iniziali): gli inserti settantiani e il refrain coinvolgente di Roulette, i frequenti cambi di tempo della nervosa Self-Fulfilling Prophecy e le atmosfere più introspettive della sognante Some Things Seem So Easy confermano in pieno tutta quella che è l’abilità compositiva del gruppo. L’highlight assoluto di questa prima parte del disco è rappresentato dalla splendida Subconscious, traccia che vede la partecipazione dello special guest Annlouice Loegdlund (Diablo Swing Orchestra), la quale va a dividersi il microfono con il sempre ottimo Tijs Vanneste, prestando la propria voce per un refrain altamente melodico e di forte impatto. E se l’attacco iniziale coinvolge e convince in pieno, con l’avanzare del restante della tracklist il livello di attenzione non accenna minimamente a calare: con le sfuriate più energiche dell’ossessiva The Weakest Link ci spostiamo verso territori nettamente heavy-oriented, per poi lasciare spazio ai richiami progressivi più moderni di Between The Lines. Con In The End la band torna a pestare duro ed è nuovamente l’ora di uno special guest dietro al microfono: in questo caso a duettare con Tijs c’è l’ex Arch Enemy Johan “Liiva” Axelsson, qui le linee vocali di quest’ultimo s’intrecciano perfettamente con il continuo alternarsi fra screaming rabbioso e voce pulita di Vanneste. La successiva From Then On si spinge verso territori più gothic-oriented, dando alla luce una ballad dalle atmosfere malinconiche e quasi surreali. Sul finire c’è spazio per un ultimo spasmo di violenza con l’energica Failure, brano dal retrogusto decisamente black, che ritroviamo sopratutto nelle ritmiche frenetiche e negli accompagnamenti più possenti di tastiera. La conclusione è affidata ad Hope, traccia strumentale che si adagia su atmosfere più rilassate, sorrette elegantemente dai lenti rintocchi di pianoforte ad opera delle tastiere di Hans.

Insomma, il cammino verso il trionfo vero e proprio prosegue senza ostacoli e la strada del successo è ormai spianata, resta solo agli Oceans Of Sadness decidere se continuare a percorrerla o meno. Certamente, vedendo quelli che sono i risultati ottenuti sino ad ora, siamo sicuri che continueremo a sentir parlare di loro per molto altro tempo ancora. Se Mirror Palace era stata una sorpresa, The Arrogance Of Ignorance è sicuramente la conferma di quello che è tutto il valore di una band che, per adesso, può essere considerata come un esemplare unico nel suo genere.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Roulette
02 Self-Fulfilling Prophecy
03 Subconscious
04 Some Things Seem So Easy
05 The Weakest Link
06 Between The Lines
07 In The End
08 From Then On
09 Failure
10 Hope