Recensione: The battle of life
Al sottoscritto fa sempre enormemente piacere scoprire nuove band che recuperano il metallo di antica tradizione. Nella fattispecie i giovani Picaroon’s Spark, gruppo italiano proveniente da Teramo, attivo dal 2002, propone quattro canzoni che paiono fuoriuscire dalla Nwobhm più colta, quella legata all’ala meno scoppiettante e straight in your face, quella che non disdegnava di abbeverarsi anche a fonti di progressive rock degli anni settanta. I riferimenti dell’epoca possono ritrovarsi in band come Weapon, Tygers of Pan Tang, Diamond Head e The Handsome Beast. Quello che veramente stupisce è l’amalgama di questo ensemble: pare un gruppo navigato piuttosto che una band all’esordio su promo. Si parte con la melodica The Four Winds, episodio catchy mai stucchevole che pare fuoriuscito da una umida cantina di Sheffield piuttosto che dalla ridente Teramo. In Escape from Perfection – per chi scrive l’highlight del disco – i nostri richiamano anche gli Iron Maiden più che altro per il riffing delle chitarre, molto vicino a quelle della vergine di ferro dei tempi d’oro mentre la lunga Murders – oltre sette minuti di musica – ci riporta ai pezzi british di una volta dove tutto verteva intorno al cantante e il resto dei musicisti si “accodava”. La finale The Battle of Life è la traccia più epica del demo, pezzo che rimembra qualcosa dei Cloven Hoof di metà anni ottanta.
In conclusione mi sento di promuovere pienamente questo demo: l’unica pecca, se così si può definire, riguarda il cantato, che dovrebbe migliorare nella modulazione, particolare che si evidenzia nelle note alte.
I Picaroon’s Spark lasciano intravedere un futuro denso di soddisfazioni, data l’età media dei componenti non possono che migliorare: se vi capita di passare dalle parti di Teramo non lasciatevi sfuggire le loro performance dal vivo, l’Italia ha bisogno di nuova linfa legata all’HM made in UK!
Stefano “Steven Rich” Ricetti