Recensione: The Bermuda’s Triangle [Ep]

Di Stefano Ricetti - 21 Settembre 2014 - 14:00
The Bermuda’s Triangle [Ep]
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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67

Band dalla prolificità oltre la media, gli Anguish Force da Atzwang escono per la prima volta nella Loro lunga  storia su supporto vinilico. Milizia di spessore, quella dei bolzanini: il pregiato seme del Metallo più ortodosso, infatti, inizia a germogliare nella mente del leader LGD già a partire dal lontano 1988… Conosciuti ai più per via della Loro proposta speed senza compromesso alcuno, da anni costituiscono uno dei baluardi defender posti a nord-est dello scacchiere italico. Sodali dei maestri della guerra dei watt Skanners, Luigi Guarino D. & soci di certo non lesinano quantità di violenza sonora Docg  anche sulle assi di un palco. Gli spettatori del recente Boggia Metal Fest svoltosi a Gordona, in provincia di Sondrio, hanno avuto modo di assaggiare in tempo reale sulle proprie gengive la “delicatezza” siderurgica dei cinque südtiroler, a suon di mazzate costruite su di un  impianto di pregevolissimo heavy fucking metal veloce.

Il retrocopertina dell’Ep a 33 giri The Bermuda’s Triangle vede schierata la formazione degli Anguish Force con un look che non lascia spazio a fraintendimenti, la cosa che però salta subito all’occhio è l’assenza del singer di lungo corso Johnny Thunder. Al suo posto Val Shieldon.

Quattro i pezzi proposti, alcuni dei quali anticipati live nella data svoltasi in Valchiavenna. La sensazione è quella che gli Anguish Force abbiano, per l’occasione, leggermente sterzato verso l’HM classico, accantonando per qualche istante la matrice primigenia fatta di velocità assassine tout court.

La title track si regge sugli usuali riffoni costruiti dalla premiata ditta LGD&Luck Az ed è la prova tangibile della virata a favore della pesantezza da parte del combo bolzanino, che viceversa fanno gli ‘Anguish nella successiva Mercenaries in Metal, un titolo che è tutto un programma. Da sottolineare l’usuale, massiccia, prova sostenuta dalla sezione ritmica Rudymental/Pemmel, due sicurezze assolute.

Il lentazzo a la Axel Rudi Pell nella sua accezione più dura Vacant Soul apre la seconda facciata del disco e segna purtroppo il passo per via dell’interpretazione canora, che già sulle due tracce precedenti aveva destato qualche perplessità. Un vero peccato, perché il pezzo, se meglio curato, avrebbe staccato tutti gli altri per accreditarsi lo scettro di highlight di The Bermuda’s Triangle. Ultima canzone del lotto, Water of Fire, vede una vecchia conoscenza dell’acciaio come Tommy Ti.Grotto dietro al microfono che quantomeno dispensa grinta a chili, su di un brano veloce incasellabile fra i classici degli uomini di stanza a Campodazzo.

Se a livello di preparazione e killing attitude generale gli Anguish Force non deludono le attese, stessa sorte non si può riservare al cantato, senz’altro di livello ma molto probabilmente più a proprio agio in altri lidi, di certo non confinanti con quelli usuali di casa ad Atzwang. Un po’ di cattiveria e maggiore convinzione avrebbe di certo fatto comodo all’ennesima uscita sotto l’antica aquila rossa del basso Tirolo.

The Bermuda’s Triangle è disponibile in 300 copie numerate.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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