Recensione: The Black Dragon’s Eyes
I nostrani Seventh Seal giungono all’esordio ufficiale con questo “The black dragon’s eyes” e si presentano come una agguerrita power metal band dalle forti influenze epiche capace di comporre brani efficaci e coinvolgenti senza stravolgere particolarmente gli stilemi di un genere ormai ben definito e forte di un pubblico fedele ed esigente.
Il disco è stato registrato agli Zenith Studios sotto la guida di Frank Andiver che ha evidentemente puntato su un sound sobrio e snello in modo da far risaltare al massimo la bontà compositiva delle canzoni del gruppo. Non aspettatevi parti sinfoniche, divagazioni barocche o quanto altro, i Seventh Seal sono certamente eredi dei primi Rhapsody ma non hanno intenzione di infarcire la loro musica con elementi esterni al metal, senza puntare su soluzioni particolarmente tecniche ma certamente convincenti e concrete. La band si affida alle linee vocali di Chiara Luci la quale è senza dubbio una delle armi vincenti nella musica dei Seventh Seal, la sua timbrica piena e la sua estensione vocale regalano alla band un marcia in più rispetto alla media della scena italiana e come spesso accade le donne si rivelano più brave di tanti loro colleghi uomini dietro al microfono. A livello compositivo i Seventh Seal giocano su tempi rapidi e refrain dal forte sapore epico che coinvolgono l’ascoltatore fin dai primi passaggi. Nulla di nuovo sotto il sole, i Seventh seal si accostano stilisticamente ai Rhapsody dei primordiali “Old battle songs” e “Legendary tales”, agli spagnoli Dark Moor, ai francesi Fairyland, insomma al meglio del power epico europeo. La Steelheart Records è convinta della bantà della proposta di questi ragazzi e ha puntato su di loro con coraggio, effettivamente non è facile per una band dai connotati artistici dei Seventh Seal farsi strada nella scena europea di oggi.
Il disco incomincia in maniera aggressiva e convincente con la forza epica di “The ways of the world” una ottima canzone power giocata su tempi rapidi e refrain crescenti, la band si dimostra sobria e concreta e si pone subito al di sopra della media degli act italiani oggi attivi. La title track è un brano ambizioso che sposta il tiro del disco verso ambiti sonori più elaborati, le melodie vocali sono vincenti e convincono fin dai primi ascolti. Si torna al power epico dai tratti veloci e crescenti con “Only a dream” la band tricolore sforna un pezzo dinamico e intelligente senza rischiare di ritornare su melodie già impiegate da altri o soluzioni troppo facili. Più quadrata ed epica “Living for honour (the gladiator)” si porta su canoni classici e strizza l’occhio al metal statunitense pur senza perdere la chiara matrice italiana. Buona anche “Midnight train” che possiede un grande refrain sicuramente apprezzabile in sede live, nuovamente i Seventh Seal si dimostrano autori di un metal compatto e concreto sebbene non particolarmente innovativo. Meno convincente “Riding the waves” si accosta allo stile dei Rhapsody senza possdere una identità sonora personale, rivelandosi un poco debole. La successiva “The unicorn” è senza dubbio maggiormente aggressiva e possiede la giusta carica epica per colpire l’ascoltatore, anche questa canzone ha un innegabile appeal live che garantirà al gruppo notevoli responsi. La ballad finale “Nightly rainbow” scorre romantica ed inutile per lasciar spazio alle cover di “Thundersteel” degli enormi Riot, e “I’m alive” degli Helloween che regalano ai fan del power metal una buona occasione per rispolverare due classici essenziali del genere, soprattutto i Riot.
In conclusione i Seventh Seal hanno prodotto un disco sicuramente interessante e piacevole, credo che in ambito epic power ormai sia stato detto quasi tutto ma non c’è dubbio che gli amanti del genere possano apprezzare ancora dischi sinceri e ispirati come questo. Coloro che invece non amano il power possono tranquillamente dimenticarsi di questa uscita perchè di certo “The black dragon’s eyes” non cambierà la storia del metal italiano. I Seventh Seal meritano lo spazio giusto da parte degli addetti ai lavori e spero che questo gruppo possa farsi notare per le sue indubbie qualità sia in patria che in giro per l’Europa.
1 The ways of the world
2 The black dragon’s eyes
3 Only a dream
4 Living for honour
5 Midnight train
6 Riding the waves
7 The unicorn
8 Nightly rainbow