Recensione: The Blood Shall Flow [Reissue]

Di Daniele D'Adamo - 20 Gennaio 2016 - 11:18
The Blood Shall Flow [Reissue]
Band: Infamy
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

A volte il significato di una ristampa può essere sfuggente, nascosto dal radicato pregiudizio che sia esclusivo di una volontà commerciale volta a sfruttare lo sfruttabile.

Fattispecie che non contempla quest’operazione della Terror From Hell Records, tesa a riesumare dalle sabbie del tempo i californiani Infamy, autori di un unico album, “The Blood Shall Flow”, uscito nel 1998 per conto della Qabalah Productions. L’ambito della questione, difatti, è talmente… underground, che appare addirittura ridicolo pensare alle summenzionate leggi di mercato.  

Ma, scendendo in profondità nel discorso, si scopre che gli Infamy sono una di quelle band la cui carriera si è sviluppata nel momento storico sbagliato. Con, in più, il peso di un gravissimo lutto, e cioè la morte del mastermind (voce e basso) Joshua “Jagger” Heatley (R.I.P. 05-03-1998), che ha costretto la band di Los Angeles a una ripartenza che non ha regalato altri frutti che un solo demo nel 2001.

Disgrazia a parte, è il sound di “The Blood Shall Flow” che non poteva dar fama, seppur a livello sotterraneo, agli Infamy. Trattasi, infatti, di death metal purissimo. Talmente perfetto da potersi prendere come metro di paragone per verificare la genuinità di altri stili similari. Song con intro orrorifici, chitarre dal suono putrefatto, basso caldo e pulsante come il sangue che sgorga dalle vene, growling rabbioso e monocorde, andatura che abbraccia i ritmi lenti, trascinati, e i blast-beats.

Sfortunatamente, nella seconda metà degli anni novanta, nel periodo di massima crisi del metal in generale, il death è stato quello che ha subito maggiormente, assieme al thrash, l’avvento del gothic, nu e gothenburg metal. Così, per proposte come “The Blood Shall Flow” il destino era segnato: finire nel dimenticatoio.

Col passare degli anni, quasi incredibilmente, però, detta situazione si è ribaltata. Giungendo, nel corso del primo decennio 2000, a definire una corrente a sé stante, conosciuta da tutti come old school death metal. Un modo di suonare che ha riportato in auge le sonorità rigorosamente ortodosse di act come gli Infamy.

Con che, si può affermare che “The Blood Shall Flow” sia uscito contemporaneamente sia troppo tardi, sia troppo presto. Una beffa che la bravura dell’ora quintetto californiano (Alex, voce; Eddie Gomez, chitarra; Mark “Shark” Casillias, chitarra e voce; Richard “Dark Wing” Gonzalez, basso; James Grijalva, batteria), sempre attivo, non meritava per nulla.  

La reissue di “The Blood Shall Flow”, alla fine dei conti, si rivela un lavoro di disseppellimento sostanzialmente corretto, volto a far conoscere alle attuali generazioni il valore di musicisti che hanno fatto dell’integrità artistica la loro filosofia di vita.

Infamy: death metal senza compromessi.

Daniele D’Adamo

Ultimi album di Infamy