Recensione: The Bloodshed Rages On [EP]
Gli alchimisti sonori Mistweaver, a due anni di distanza dall’ultimo album “Nocturnal Bloodshed”, tornano con un EP niente male: “The Bloodshed Rages On”. Il quintetto spagnolo è sorprendente in termini di composizione e l’abilità con la quale riesce a plasmare i propri brani è alquanto notevole. Ascoltando le sei tracce del disco è come assistere ad un repentino e continuo cambiamento di stato della materia. La solidità del sound, infatti, subisce una liquefazione melodica per poi mutare in nubi colme di trepidazione. L’effetto più tangibile si concretizza in una pioggia corrosiva scaturita da sonorità puramente death nelle quali si insinuano morbidi arpeggi e sezioni heavy che placano il temporale. Le tastiere contribuiscono alla creazione di atmosfere cupe ed apocalittiche sulle quali un’accattivate ritmica poggia le proprie fondamenta.
L’ascolto di “The Bloodshed Rages On” è reso godibile dai numerosi cambi di tempo che la band incastra minuziosamente all’interno del meccanismo di ogni brano. Le sei tracce che compongono l’EP sono ben costruite, architettate con maestria ed infine scolpite dalla voce buia e cavernosa di Raúl che innalza macigni granitici e sgretola le fragili armonie artistiche. Il percorso intrapreso dai Mistweaver ripercorre le tracce di un death nordico, a tratti epico: la turbolenta ‘Diabolical Resurrection’ è la chiara ostentazione di quanto espresso finora.
“The Bloodshed Rages On” è dunque un consistente bassorilievo sonoro incastonato sulle mura melodiche che cingono la colossale dimora del death. Un’opera il cui valore principale sta proprio negli innumerevoli dettagli così brillanti da non poter essere trascurati.
I Mistweaver, con questa buona prova, dimostrano che anche i confini degli inferi più profondi brulicano di fiamme incantevoli.