Recensione: The Burial
My Dearest Wound è un progetto Depressive Black Metal solista di Santiago del Cile, creato da Sergio González Catalán (Rise to the Sky, Winds of Tragedy), fondatore anche dell’etichetta sotto la quale è pubblicato il disco, Tragedy Productions. Il disco si annuncia come intriso di tristezza, solitudine e depressione, con l’idea di toccare eventi traumatici e distruttivi della vita, ed esprimere bellezza e malinconia senza abbandonare la rabbia interiore che questi argomenti trasmettono.
Il disco si esprime nei suoi 46 minuti in maniera abbastanza uniforme. Purtroppo in questo caso per uniforme si può intendere anche monòtono e monotòno. Questo perché l’album non riesce mai ad uscire da un determinato solco compositivo, tanto che sembrerebbe quasi di ascoltare costantemente lo stesso brano: le canzoni sono in linea di massima tutte energiche, cariche di blast beat e con qualche lamento campionato saltuariamente, elementi che da soli non bastano per toccare le corde dell’ascoltatore, emotive o di piacere uditivo che siano. Probabilmente potremmo definire come unico episodio sufficientemente fruibile del disco due fra i brani conclusivi, “We don’t believe in happiness” e “Dreams”, che presentano un accenno di varietà, ma sempre molto carenti dal lato della personalità.
Gli errori non sono sconfitte, ma occasioni per migliorare: non è facile esordire nel mercato musicale, saturo di materiale e (quindi) di concorrenza, far finta di nulla nell’analisi di un prodotto non consentirebbe allo stesso di compiere salti di qualità, e questo non è il nostro mestiere. Aspetteremo la prossima uscita della band, fiduciosi verso realizzazione di un prodotto sufficientemente raffinato.