Recensione: The Burning
I finnici Thunderstone si staccano dalla mamma Stratovarius e già al secondo album dimostrano a tratti di saper camminare anche da soli. Certo, i richiami a Stratovarius e Sonata si sentono indubbiamente nei lenti Seas Of Sorrow, Mirror Never Lies e nella conclusiva Evil Within ma The Burning non è solo questo. Offre anche alcuni spunti interessanti e degni di nota. Trascinati dalla voce possente e ruvida di Rantanen i TS, dopo lo zuccherino debutto del 2002, virano verso un sound decisamente più potente, metallico e maturo. I Riff di ottima qualità di Laurenne (mente della formazione) permeano per tutta la durata questo album. I cori non sono più sempre alla disperata ricerca di melodie orecchiabili e studiate come nell’esordio. Nelle velocissime e incessanti (eccezionale il lavoro di basso e batteria) Tin Star e Break Emotion, infatti, i refrain sono scarni e d’impatto per due metal song dirette e dalla potenza assolutamente devastante. Dal punto di vista compositivo credo che i TS abbiano fatto un passo in avanti. Nell’opener mi hanno stupito con un brano complesso e oscuro in evoluzione costante. Dopo un inizio in sordina la canzone si inasprisce spostandosi su sonorità decisamente Heavy che sono in bilico tra il melodico e il melanconico mentre riff possenti sostengono il cantato passionale e forte del singer. Per 6 minuti l’ascoltatore viene trasportato in continue accelerazioni e pause geniali. Stesso discorso per la raffinata Spire che mi è piaciuta molto per come i TS sono riusciti a conciliare la presenza pregnante delle tastiere con il sound spigoloso della chitarra. Dopo tre minuti mutevoli e abbastanza avari di melodie il brano lascia spazio ad un break solare e d’impatto sintomo di classe e tecnica. Ma la track che mi ha maggiormente sorpreso è stata senza ombra di dubbio Side By Side. Due anni fa i Thunderstone non si sarebbero mai sognati di scrivere un pezzo così difficile, affascinante e lontano, ma proprio tanto, dal tradizionale sound del power melodico. Atmosfere pericolose sono ben evocate dal riffing pressoché continuo che non lascia scampo mentre la voce di Pasi procede con forza tra strofe graffianti. Un sound davvero bellissimo per una marcia metallica di qualità superiore che dimostra inequivocabilmente il passo in avanti fatto dai finnici. Molto carina pure l’ottantiana Drawn To The Flame che dà la carica con il suo ritmo incalzante e la sua spiccata vena melodica sottolineata con classe da un buon solos griffato Michael Romeo (Symphony X). Tra le 6 bonus track spiaccano senza ombra di dubbio la cover dei Metallica Welcome Home (Sanitarium), il grandioso e epico lento Heart Of Steel (Manowar) e la cadenzata Diamone And Rust (Judas Priest). In conclusione questo The Burning è un cd che mostra delle buone potenzialità e che mi fa ben sperare per il futuro dei finnici Power metallers. E’ indubbio che, nei prossimi album, dovranno dimostrare di essere capace di trovare un proprio sound sempre più originale come, a tratti, si è intravisto in quest’ultimo lavoro ma, sebbene la strada sia ancora lunga, la direzione è quella giusta.
1. Until We Touch The Burning Sun
2. Break Emotion
3. Mirror Never Lies
4. Tin Star Man
5. Spire
6. Sea Of Sorrow
7. Side By Side
8. Drawn To The Flame
9. Forth Into The Black
10. Evil Within
11. Welcome Home (Sanitarium) (Bonus Track)
12. Diamonds And Rust (Bonus Track)
13. Heart Of Steel (Bonus Track)
14. Let The Demons Free (Bonus Track)
15. Voice In A Dream (Bonus Track)
16. Me, My Enemy (Bonus Track).
