Recensione: The Butterfly Effect
Dalla capitale giungono finalmente al loro primo full-length (autoprodotto) i Following The Shade, attivi ormai da un lustro.
Nonostante la mancanza di un contratto discografico, “The Butterfly Effect” – seconda uscita dopo un demo del 2008 – presenta le caratteristiche di un prodotto professionale a partire quindi dall’artwork, curato e piacevole, ispirato al famigerato “effetto farfalla”, fondamento filosofico della teoria del caos.
La produzione del CD non è ottimale, specificamente per quanto riguarda la resa della batteria di Dan, un po’ troppo “leggera” nel suono del rullante. Anche le chitarre di Max e Alex non brillano per aggressività; mentre il basso di Sascha si fionda con costrutto nelle frequenze più basse (effetti drum’n’bass simili a quelli degli Your Demise e degli Ocean). Perfettamente intonata al genere la voce di Matteo, che si muove dal growl allo scream passando per rigurgiti vari e tratti in clean (“The Wind Is Over”, “Three Steps”).
Per ciò che concerne il genere, i Nostri macinano un violentissimo death che spesso abbraccia le frange più oltranziste dei relativi stilemi, giungendo a lambire il brutal e strizzando nello stesso tempo l’occhio a melodie di presa immediata (“Vengeance Is Mine”, “Why I Bleed?”).
Particolarmente riusciti – anche se forse ridondanti – i segmenti iper-rallentati (“30 Pieces Of Silver”, “The Others”, “Fornication Under The Consent Of The King”, “Ad Maiora”), dal tiro micidiale per la salute delle nostre parti molli.
Anche nei passaggi più rapidi il combo non perde mai la bussola, riuscendo a essere preciso e pulito (“+1”, “Addicted To Failure”, “One Size Fits All”) soprattutto nell’eccellente rifferama alla base del guitarwork.
Come si può pertanto evincere, lo stile del quintetto è sufficientemente variegato sì da consentir loro di muoversi entro coordinate di ampio respiro. D’altro canto, si può stampare la carta d’identità del gruppo, giacché la linea di percorso è sempre rispettata con personalità.
È l’insieme che non presenta particolare originalità: esplorando in ogni anfratto le canzoni di “The Butterfly Effect” si trova, più o meno, tutto quello che si è già sentito in giro.
Nel caso in esame, nondimeno, questo difetto è bilanciato da una certa freschezza nel songwriting: i brani sono consistenti, ben rifiniti, quindi interessanti.
Dopo svarianti ascolti, più di una melodia rimane conficcata nel cranio, a dimostrazione che in fase compositiva i Following The Shade hanno una marcia in più rispetto alla media: basta ascoltare con attenzione lo strumentale new age “Just Another Drop Of Blood”, esaltante nella sua armoniosità.
In definitiva, la contrapposizione fra la mancanza d’innovazione e la bontà della composizione conduce a un giudizio finale più che sufficiente se non discreto.
In futuro, introducendo qualche elemento di novità nel progetto e affinando, se possibile, la capacità di scrivere buone canzoni, si potrà sicuramente prospettare la stipula – finalmente – di un contratto con una label in grado di garantire la giusta visibilità al gruppo.
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Track-list:
1. Just Another Drop Of Blood 2:29
2. 30 Pieces Of Silver 3:14
3. The Others 3:44
4. +1 3:02
5. Fornication Under The Consent Of The King 3:59
6. Ad Maiora 1:39
7. The Wind Is Over 3:52
8. Vengeance Is Mine 3:54
9. Why I Bleed? 3:47
10. Addicted To Failure 2:29
11. One Size Fits All 4:00
12. Three Steps (bonus track) 3:54
Line-up:
Matteo – Voce
Max – Chitarra
Alex – Chitarra
Sascha – Basso
Dan – Batteria