Recensione: The Chainsaw’s Law
Quando capita di incontrare nuovi progetti musicali al debutto discografico appare quasi inevitabile riscontrare una certa influenza dei grandi nomi che hanno segnato la storia della musica e sono stati fonte d’ispirazione per varie generazioni di ascoltatori: mentre però alcune band, pur rifacendosi a certi cliché o sonorità, dimostrano di aver imparato la lezione dei maestri cercando di rielaborare il tutto con le proprie idee per creare qualcosa di nuovo e con un’impronta personale, altri finiscono semplicemente per scopiazzare e scimmiottare beceramente quanto già scritto precedentemente da altri gruppi, dando luce a una proposta musicale sterile, senza personalità, trita e ritrita. Questo è il caso degli Infernoise, quartetto spagnolo nato nel 2004 negli ambienti madrileni, giunti ora al debutto con questo full length contenente dieci tracce intitolato The Chainsaw’s Law.
Il sound offerto in questi brani di The Chainsaw’s Law è un Thrashcore – Groove metal che tanto deve ai Pantera di Vulgar Display of Power: Rown Houland alla voce cerca di aggredire le linee vocali ricalcando lo stile di Phil Anselmo, con risultati però scarsi (troppo gutturale) e poco convincenti. I riffoni groovy che escono dalla chitarra di Ix Valieri sembrano arrivare direttamente da una release della suddetta metal band americana, tanto che in alcuni punti la sensazione di già sentito è imperante (The Chainsaw’s Law, Ritual per citarne due), mentre i soli tutto sommato sono di qualità accettabile, anche se non eccezionali. La sezione ritmica, composta da Scorpion al basso e Nitro dietro le pelli, si occupa di rallentare la velocità d’esecuzione dei brani, a parte qualche rara sfuriata improvvisa (come in All my Rage, il pezzo più tirato del disco). Inutile analizzare l’album canzone per canzone: la qualità delle tracce proposte è omogeneamente scarsa, tutte più o meno deficitarie quanto a originalità, cariche di aggressività fine a sé stessa (o di facciata) ma povere di mordente, destinate quindi a finire in breve tempo nel dimenticatoio.
In definitiva ci troviamo davanti a un album discretamente suonato (le capacità tecniche della band non sono certo da buttare!) ma che lascia davvero a desiderare quanto a songwriting: idee personali non ce ne sono, si ha davvero l’impressione per tutta la durata del disco di trovarsi al cospetto di cloni mal riusciti dei Pantera. Una nota di merito per la produzione curata da Timo Tolkki, tra i punti di forza dell’album, che pur in un contesto non suo è riuscito a tirare fuori degli ottimi suoni, taglienti e potenti al punto giusto.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Hellrider
02. The Chainsaw’s Law
03. Alive or Dead
04. Crossing the Valley of Death
05. Ritual
06. Rebel on the Way
07. Snakebite
08. I’m the Motor
09. All my rage
10. Helltrain Co.
Lineup:
Rown Houland – Vocals
Ix Valieri – Guitars
Scorpion – Bass
Nitro – Drums