Recensione: The Challenge

Di Leonardo Arci - 1 Luglio 2006 - 0:00
The Challenge
Band: Inwards
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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66

Giunge in mio possesso il singolo di uno sconosciuto gruppo slovacco che si definisce pure speed metal band, e credendo di trovarmi di fronte all’ennesima autoproduzione risibile in termini di qualità (sapeste quante me ne arrivano) ho deciso di accantonare il dischetto in questione in attesa di recuperare una predisposizione meno influenzata dai pregiudizi della prima ora. Per fortuna non tutti i mali vengono per nuocere, ed una notte, in preda alla mia solita atavica insonnia, ho deciso di inserire il Cd degli Inwards nel mio lettore. Devo dire che ho avuto un’ottima idea!

Fatta questa dovuta premessa, parto subito col parlarvi di questo gruppo, che nasce ufficialmente nel 2005 su iniziativa di Ivan Hrncik (guitar, vocal, lyrics) e Lubo Blasko (drums), entrambi attivi sulla scena slovacca con collaborazioni con diversi gruppi locali, ai due si aggiungono successivamente il bassista Peter Sucansky e il secondo chitarrista Peter Tonhauzer.
Il single Cd in questione contiene solo 4 pezzi che probabilmente andranno a far parte del debutto degli Inwards previsto per gli inizi del 2007; a questo proposito la band ci comunica che la fase del songwriting del disco d’esordio è quasi completata e che la masterizzazione inizierà nei prossimi mesi presso gli Hajso Studios.

Come ho detto in apertura di recensione la band si autodefinisce pure speed metal e devo ammettere che i nostri non peccano di presunzione: un ottimo ed incessante lavoro dietro alle pelli, un pregevole e raffinato lavoro alle chitarre, una prestazione vocale non eccelsa ma che conferisce al lavoro una valida impronta melodica sono le caratteristiche che risaltano maggiormente ad un primo ascolto. Solo 4 tracce non sono sufficienti per esprimere un giudizio affidabile circa le qualità di questa band, tuttavia posso affermare di trovarmi di fronte ad un gruppo ben amalgamato e dotato di buone capacità esecutive e creative. Certo, queste ultime risentono troppo delle influenze piuttosto evidenti che hanno avuto gruppi come Gamma Ray (soprattutto, basta leggere le tematiche trattate) e Stratovarius, eppure non nego di riporre in questi 4 ragazzi grosse speranze. Un appunto va alla produzione, che definirei approssimativa, poiché in alcuni passaggi il suono appare un po’ troppo confuso rendendo ostica la distinzione dei singoli strumenti, ed anche alla prestazione del vocalist: la timbrica somiglia a quella di Kai Hansen (e per il sottoscritto non è affatto una nota dolente) tuttavia l’esecuzione delle linee vocali in alcuni tratti mi è parsa difficoltosa a poco incisiva.
I brani sono ben strutturati, vengono alternate parti più veloci a fraseggi più ricercati (come nell’opener Challenge) lasciando ampio spazio alla lead guitar di cimentarsi in assoli al fulmicotone ma sempre molto melodici ed d’impatto. Particolarmente violenta e con una venatura thrash che mi ha ricordato i nostrani Arthemis è la terza traccia, Shrift. Human Perfect è invece leggermente più cadenzata ma qui è la prestazione del batterista che mi ha entusiasmato, anche se a mio avviso un ricorso meno ossessivo del trigger avrebbe dato alla traccia un suono meno plastificato. L’ultima traccia, Conscience, può essere vista a metà strada tra Gamma Ray e Dreamtale, una composizione forse non all’altezza delle precedenti ma che mantiene pur sempre una sua configurazione ben definita e accattivante.

Mi auguro che in vista del rilascio del debut Cd gli Inwards riescano a trovare una etichetta che possa produrli e garantirne la distribuzione su larga scala, fornendo a questi ragazzi il supporto tecnico ed economico necessario per poter farsi conoscere ad un pubblico più vasto. Le potenzialità per far bene, a mio avviso, ci sono tutte.

Leonardo Arci

Tracklist:
1. Challenge
2. Human Perfect
3. Shrift
4. Conscience

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Band: Inwards
Genere:
Anno: 2006
66