Recensione: The Chapters Live
Diventano finalmente un live album i misteriosi “capitoli” della Saga, cioè sedici brani disseminati in tutta la discografia della band canadese, collegati tra loro da un’affascinante storia svelata dai nostri poco a poco.
Solo una volta, in occasione del memorabile “Misbehaviour tour”, nel 1986, i Saga misero in scena tutti i capitoli allora esistenti (i primi otto) nell’ordine corretto. La scelta di far uscire i capitoli in ordine sparso, nei diversi studio album, è stata voluta, e sembra addirittura che ci sia una logica nella sequenza di uscita dei vari capitoli, una sorta di mosaico musicale che nasconde la chiave di lettura dell’intero concept. Così il debut omonimo del 1978 conteneva i capitoli 5 e 6, “No Regrets” e “Tired World”, mentre per ascoltare il primo capitolo, “Images”, si era dovuta attendere l’uscita del secondo album, “Images At Twilight”, l’anno seguente.
Dietro il puzzle, un concept ambizioso, in perfetto Saga-style, polemico e d’attualità, che tocca temi di politica, cultura e religione, che da sempre tiene impegnati i fan della band impegnati nella ricerca della corretta sequenza. Il soggetto esiste fin dal 1977, quando il leader del gruppo, Jim Crichton, lo concepì in toto, ispirandosi ad un bizzarro articolo apparso su una rivista, riguardante il fatto che il cervello di Einstein fosse stato conservato per lo studio allo Smithsonian Institute. Il dibatitto sul nucleare, all’epoca di pubblico interesse, e la fantascienza portata sul grande schermo dai film della saga di Star Wars furono le altre fonti di ispirazione. Senza scendere troppo nel dettaglio, è lo stesso Crichton a rivelare che l’idea alla base del concept fosse quella, battutissima di lì a poco nei B-Movies di fantascienza, che gli extraterresti stessero da tempo monitorando i progressi degli umani, e fossero seriamente preoccupati della crescente possibilità di auto-distruzione della Terra e dei suoi abitanti. Di qui la conclusione che la Terra avesse bisogno di una “guida”, che la riportasse sulla giusta via, e che questi non sarebbe potuto essere altri che Einsten. Il piano consiste nel restituire al genio un corpo (quello raffigurato sulla copertina del primo album) che gli permettesse di tornare in vita e fare i cambiamenti necessari per assicurare un futuro all’umanità.
Nel primo capitolo, infatti, si può scorgere la figura di Einstein come quella di un vecchio sulla soglia della pazzia, che cerca disperatamente di dare un senso alla sua vita, disegnando “immagini” di persone ed eventi che ifluenzarono la sua esistenza. La pioggia che “lava via” le immagini rappresenta la morte del grande fisico.
La corretta sequenza dei capitoli, già definita al momento della concezione della storia, riflette un attento studio anche dal punto di vista prettamente musicale: non ci sono due ballad consecutive, tanto per dirne una, e l’atmosfera dei brani, indipendentemente dalla storia che essi raccontano, segue un filo logico che si adatta a pennello su un ipotetico – ora reale – concept album. Persino il livello compositivo non ha cali di sorta: dopo i primi otto capitoli, inclusi nei primi quattro album, i Saga decisero di abbandonare per un po’ l’idea del concept, per riprenderlo solo nel 1999, a partire dall’album “Full Circle”. Molti penseranno che la seconda parte sia qualitativamente inferiore, ma non è così. Fu proprio a partire dal 1999 che nelle song del combo canadese tornarono i soli, e pezzi forse meno famosi come “Remember When”, “We’ll Meet Again” e “Not This Way” sembrano appartenenti al primo periodo, anche per quanto riguarda il sound!
Note a margine riguardano la produzione. Ricordate che si tratta di un live album, in cui si è voluto dare ampio spazio al pubblico, presentissimo e avvolgente, come in una vera rappresentazione teatrale. Raramente ho sentito una qualità di suoni e una perizia tecnica su questi livelli nei live album, e ciò è amplificato dal fatto che non si è voluti intervenire in nessun modo sul sound per non alterare il magico feeling creato, rendendo comunque trascurabili alcune pecche di bilanciamento.
Purtroppo non ci sono indicazioni relative all’evento in occasione del quale l’album è stato registrato, anche se si suppone sia stato fatto in occasione del tour di “Marathon”, nel 2003.
Tracklist:
CD 1:
- Chapter 1: Images (“Images At Twilight”, 1979)
- Chapter 2: Don’t Be Late (“Silent Knight”, 1980)
- Chapter 3: It’s Time (“Images At Twilight”, 1979)
- Chapter 4: Will It Be You? (“Saga”, 1978)
- Chapter 5: No Regrets (“Worlds Apart”, 1981)
- Chapter 6: Tired World (“Saga”, 1978)
- Chapter 7: Too Much To Lose (“Silent Knight”, 1980)
- Chapter 8: No Stranger (“Worlds Apart”, 1981)
CD 2:
- Chapter 9: Remember When (“Full Circle”, 1999)
- Chapter 10: Not this Way (“Full Circle”, 1999)
- Chapter 11: Ashes to Ashes (“House Of Cards”, 2001)
- Chapter 12: You Know I Know (“Marathon”, 2003)
- Chapter 13: Uncle Albert’s Eyes (“Full Circle”, 1999)
- Chapter 14: Streets of Gold (“Marathon”, 2003)
- Chapter 15: We’ll Meet Again (“House Of Cards”, 2001)
- Chapter 16: Worlds Apart (“Marathon”, 2003)