Recensione: The Chthonic Chronicles
L’idea di concepire una black metal band dai contorni tradizionali ma coi rilievi più che sinfonici è nata nel lontano 1980 dalla mente del personaggio che rappresenta l’essenza di questo gruppo affermato: mi riferisco a Byron, padre fondatore dei britannici Bal Sagoth.
Il progetto ha subito un lunghissimo periodo di gestazione e soltanto tredici anni dopo, 1993, è esploso grazie ad un demo che ha ispirato la firma di un contratto con la londinese Cacophonous Records. Di lì a poco il primo episodio: A Black Moon Broods Over Lemuria.
La ricerca di un’atmosfera musicale maligno-mistica associata a tematiche di chiara ispirazione letteraria anni trenta (pulp, horror, fantasy, Lovecraft su tutti) hanno condotto Byron, esperto di mitologia ed occultismo, ad una meticolosa rappresentazione della visione molto personale di misteri arcani e barocchi. Cinque dischi, cinque dotte interpretazioni.
The Chthonic Chronicles è il sesto tomo, terzo sotto l’egida aura della Nuclear Blast.
Siamo alle soglie di un viking metal quasi elegante, striato e rafforzato da un vistosa inclinazione black ma, e lo sottolineo con sconcerto, statico, troppo.
La doppia voce che una volta impressionava, oggi non sortisce alcun tipo di emozione anzi, intensifica quella sensazione di “sentito e risentito” già dalla prima The Sixt Adulation of His Chthonic Majesty.
L’effetto staticità potrebbe essere visto anche sotto un’altra luce, quella del gruppo che non tradisce mai, quella della band che non si fa influenzare dalle avance di etichette di una certa caratura e quella di coloro che non vengono minimamente sfiorati dal business e qui subentra il fattore primo; le composizioni che, non sono all’altezza.
Byron sembra essersi arrestato ai tempi di “Starfire Burning Upon The Ice-Veiled Throne of Ultima Thule” (la migliore realizzazione dei Bal Sagoth a mio avviso), ricavato prima e riassunto poi le strutture meno indicative e, ahimè, affogate in esse le melodie meno evocative.
Invocations Beyond The Outer-World Night è un brano di tutto rispetto, intendiamoci, Six Score and Then Oblations to a Malefic Avatar è uno dei punti cardine della carriera ma il resto, più di mezzo disco, si attesta tra l’incompleto e l’obsoleto, passaggi chiave per una corretta lettura di The Chthonic Chronicles.
Non resta che consigliare l’acquisto del disco ai soliti noti, gli spasimanti della band britannica che, si adageranno senza problemi sulle nuove “meraviglie” di Byron & Co. Agli altri suggerisco di reperire i primi lavori, meno prolissi e in offerta speciale: The Chthonic Chronicles è una semplice e nemmeno troppo minacciosa nuvola di passaggio.
Gaetano “Knightrider” Loffredo
Tracklist:
1.The sixt adulation of his chthonic majesty
2.Invocations beyond the outer-world night
3.Six score and then oblations to a malefic avatar
4.The obsidian crown unbound
5.The fallen kingdoms of the abyssal plain
6.Shackled to the trilithon of kutulu
7.The hammer of the emperor
8.Unfettering the hoary sentinels of karnak
9.To storm the cyclopean cates of byzantium
10.Arcana antediluvia
11.Beneath the crimson vaults of cydonia
12.Return to hatheg-kla