Recensione: The Circle Shuts
Sono passati ormai più di tre anni dalla scomparsa di Andy “Henner” Allendörfer, singer e fondatore dei teutonici Squealer, nonché boss della label AFM. I suoi compagni d’avventura tuttavia, prima con l’altalenante “Confrontation Street” (uscito con il monicker di Squealer A.D., a testimoniare il “nuovo” corso) ed ora con il nuovo “The Circle Shuts”, sono ancora in cerca di un’identità ed una struttura definita.
Cambia il frontman – esce il celebre Gus Chambers, arruolato dopo lo scioglimento dei Grip Inc., ed entra nei ranghi Norbert Vornam (un passato nei Mind Ashes) – ma si fanno concreti i dubbi sulla bontà di una proposta ancora non proprio prossima agli ottimi standard conosciuti in passato, patrimonio di platter genuini e ben costruiti come “Made For Eternity” e “Under The Cross”.
Istinti modernisti, velleità evolutive e tentativi di garantire al proprio songwriting una ventata di nuovo e fresco, possono, infatti, rappresentare talvolta un’arma a doppio taglio, soprattutto quando ad essere soggetto della questione è un territorio tradizionalista e conservatore come l’heavy-thrash.
Il rischio è di partorire una creatura “ibrida”, dotata di un certo fascino intrinseco, destinata però a pagare dazio all’incertezza stilistica entro cui è concepita.
Nè modern, nè thrash, con il risultato, obiettivamente chiaro, di non essere in grado d’accontentare appieno i fan né dell’uno, nè dell’altro genere.
Esistono certamente alcuni lati apprezzabili, identificabili in un sound massiccio e pachidermico che ben si presta a sottolineare immagini potenti, oscure e molto ben supportate da una produzione di grandissimo impatto e profondità. Le solide, cadenzate e terremotanti “Mask Of The Betrayer”, “New Savior” e “These Urges”, pongono in risalto il riffing quadrato e vigoroso dei chitarristi Lars Döring e Michael Schiel, lasciando trasparire numerosi punti di contatto con le ultime incarnazioni degli Iced Earth (simile anche l’impostazione vocale di Vornam a quella di Barlow) cui aggiungere, in alcuni passaggi, una spruzzatina dei Kreator periodo “avanguardista”.
È una certa idea di monotonia, pesantezza e staticità tuttavia a far capolino di tanto in tanto, allorquando la composizione assume toni sì magniloquenti, ma eccessivamente strascicata nel suo farsi declamatoria.
“I Came For You”, “Martyrs of The Half Moon” e “Once Fallen” ne sono esempio lampante. Un cielo di piombo ed un’atmosfera tutt’altro che solare sono la cornice di un rifferama enorme ed imponente, di sicuro effetto, non aiutato però a dovere dal giusto dinamismo, con il risultato alla lunga, di proporre la formula come ripetitiva, ed in una certa misura, annoiante.
È quando la tradizione viene finalmente rispettata invece, che il successo è assicurato. La corrosiva “Thrasher”, piccolo inno temprato nell’acciaio, è la prova, infatti, di quanto siano in grado di realizzare questi ottimi tedeschi quando attivi entro il loro campo elettivo. Puro thrash, veloce, saettante e affilato come un rasoio, proprio così come deve essere, proprio come ci si attende solitamente da una band come gli Squealer.
Alti e bassi anche stavolta dunque. Qualche spunto interessante, grandissimi suoni e forza d’urto, ma una sicurezza di nuovo da conquistare ed un songwriting che non sa ancora rendersi appetibile in ogni sua parte.
C’è da lavorare, ma come la storia del gruppo insegna, ciò che non distrugge, fortifica e prima o poi, ne siamo certi, la band che i Judas Priest hanno definito come tra le migliori del panorama heavy europeo, saprà riprendersi da questo leggero momento d’impasse, tornando a sfornare ottimi dischi così come accadeva all’inizio di questo decennio.
Tracklist:
01. The Sources Of Ignition
02. Mask Of The Betrayer
03. New Saviour
04. Grey
05. Godlike
06. These Urges
07. Thrasher
08. Martyrs Of The Half Moon
09. I Came For You
10. Once Fallen
11. The Circle Shuts
Line Up:
Norbert Vornam – Voce
Lars Döring – Chitarra
Michael Schiel – Chitarra
Michael Kaspar – Basso
Martin Buchwalter – Batteria