Recensione: The Clouds Of Northland Thunder

Di Luca Dei Rossi - 31 Dicembre 2009 - 0:00
The Clouds Of Northland Thunder
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Anno: 2009
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Gli Amberian Dawn hanno ormai bisogno di poche presentazioni: band di spalla ai concerti degli Epica nel tour europeo per antonomasia, essi stanno riuscendo a ritagliarsi un’importante fetta di notorietà all’interno del panorama Power. Nati nel 2006, possiamo considerare la band simili stilisticamente ai Nightwish (era Turunen): gli Amberian Dawn infatti uniscono vocalità operistiche (non troppo distanti da quelle di Tarja) a sonorità Power dalle dalle strutture ritmiche altrettanto simili alla band finnica.

The Clouds Of Northland Thunder è il secondo full rilasciato dalla band, ad un solo anno di distanza dalla pubblicazione di River Of Tuoni, un album che nonostante la buona tecnica lasciava trasparire un gran senso di immaturità musicale da parte degli Amberian Dawn. La situazione non è sfortunatamente cambiata di molto: nonostante ci sia stato un piccolo miglioramento nel processo di songwriting, la band non riesce ancora a discostarsi da quelle che sono ormai le caratteristiche imposte dal Power sinfonico che vede al microfono la cantante lirica di turno.

E’ anche questo l’errore degli Amberian Dawn. Come sappiamo e come continuo a far notare in ogni recensione, band come queste spuntano fuori in continuazione. Non solo: seppur la band dimostri alle volte delle buone idee, la voce – seppur intonata – della cantante Heidi mostra una monotonia non indifferente. Le linee vocali sono infatti composte dalle stesse tre-quattro note per tutta la durata dell’album: He Sleeps In A Grove nonostante mostri delle sezioni ritmiche particolari, viene appiattita dalla voce immutabile della singer, che per quanto dotata tecnicamente si rende ancora più ripetitiva per colpa dei costanti armonici di sottofondo. E se Willow Of Tears vuole fare il verso alla Sleeping Sun di turno, riuscendoci ben poco, Kokko – Eagle Of Fire mostra una staticità che sfiora a volte l’irritante. Peccato, perché episodi positivi come la seconda Incubus – che vede la partecipazione di una voce maschile – e la quinta Shallow Waters – interessante per il riffing – ci sono.

Ma ciò non basta. Non basta a far raggiungere la sufficienza a uno dei lavori più ruffiani di questo 2009. Niente da fare: finchè la moda – perché di questo si tratta – di creare gruppi che ripropongano ormai gli scomparsi Nightwish di Oceanborn non si fermerà, il risultato sarà questo: innumerevoli band che scopiazzano di qua e di là per riuscire ad ottenere il consenso del pubblico che a volte pare addirittura esserci. A torto, se i risultati sono questi.

Luca Dei Rossi

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Tracklist:
1.    He Sleeps in a Grove   
2.    Incubus   
3.    Kokko – Eagle of Fire   
4.    Willow of Tears   
5.    Shallow Waters * MySpace *  
6.    Lost Soul   
7.    Sons of Seven Stars   
8.    Saga   
9.    Snowmaiden   
10.    Lionheart   
11.    Morning Star   
12.    Birth of the Harp

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