Recensione: The Club
Tempo di ritorni anche per il thrash sfacciatamente e dannatamente targato Deutschland degli Assassin, una di quelle creature figlie del fertilissimo centro-nord-ovest tedesco (la Bay-Area europea) che non riuscì a sopravvivere attivamente oltre la fine degli anni ’80. Il precedente lavoro da studio della band, Interstellar Experience, risale infatti al 1988, ed è solo dopo 17 lunghi anni che la formazione teutonica può dare alla luce questo terzo capitolo da studio della propria carriera.
Basta la riuscita title-track The Club, che troviamo in apertura, per avere un perfetto prototipo di tutto l’album: semplice e schietto thrash meta made in Germany. Niente di più, niente di meno: linee vocali sgarbate (territorio dove Robert Gonnella si sente a suo perfetto agio) e riff veloci pronti a schiantarsi nel break di metà brano per poi riguadagnare velocità e aggressività in un breve ritorno di fiamma o in uno scatto immediato. Ricetta semplice ma sempre accattivante, che ha il suo marchio di fabbrica il quella dimensione melodica così sinistra e lacerante che caratterizza la maggior parte del riffing. Quello strano modo di suonare che contraddistingue immediatamente un act tedesco da una formazione dell’area anglo-sassone.
Il disco è un susseguirsi di variazioni più o meno ampie sul tema, dall’alternarsi delle parti spedite e caute di Raging Mob, alla tankardiana Bushwhackers, alla furia di Go Insane e Real Friends. Ci sono tutti i cromosomi della tradizione germanica e ci sono i soli vagamente rockeggianti di Scholli Scholtz e Micha Hoffman (già Sodom) in episodi alla Thunder And Lightning. Nessuna novità a livello stilistico dunque, e questa non può che essere una buona notizia per i fan degli Assassin che furono e per coloro che auspicavano un ritorno sulle scene della band di Düsseldorf.
The Club non è esattamente una di quelle uscite che segnerà la storia di questo 2005, e nel disco non c’è nulla da scovare o da capire che non venga buttato sul tavolo ai primi ascolti. Nessun tipo di ricerca o di pretese, nessuna struttura narrativa da ammirare: è solo musica fine a se stessa, un susseguirsi di riff, strofe, ritornelli e soli come nella migliore tradizione del genere.
I thrashers filo-europei (e non) immaginavano già a cosa sarebbero andati ad ascoltare, e non sbaglivano d una virgola: un disco spontaneo e immediato, riservato agli amanti del thrash tedesco vecchio stampo, quello screanzato e rude che nelle ultime due decadi è stato proposto più o meno saggiamente da un notevole sottobosco di band cresciute all’ombra della triade delle meraviglie.
Bentornati Assassin.
Tracklist:
01. The Club
02. No Fear
03. Raging Mob
04. Bushwhackers
05. Not With Us
06. Psycho Terror
07. Go Insane
08. Real Friends
09. The Price of Power
10. Thunder and Lightning
11. Jintian Shenhuo
12. I Swear
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini