Recensione: The Codex
Gran bel disco edito dalla rigogliosa Frontiers Records, la nostra etichetta di punta. The Codex è il nuovo progetto del singer di Ring Of Fire, ex Yngwie Malmsteen, Mark Boals, che ha assoldato un mago della sei corde svedese, Magnus Karlsson (Starbreaker, Allen/Lande), il batterista dei virtuosi Mind’s Eye, Daniel Flores, e il bassista Linus Abrahamson per dare vita ad una realtà discografica che coglie nel segno. L’esito? Settanta minuti di buona musica.
Lo stesso Karlsson si impegna come mai prima d’ora nella veste di songwriter evitando di “scivolare” come accaduto negli ultimi dischi solista e proponendo materiale valido ed efficace, costruito appositamente per esaltare le doti canore dell’ugola statunitense.
The Codex fluttua sospeso tra diversi generi, heavy melodico, AOR, e un pizzico di hard rock, ma la sua bellezza sta tutta nel contrasto impressionistico tra le note della chitarra elettrica, le orchestrazioni solenni e la timbrica eterea di Boals.
Ed è un vero peccato dover segnalare qualche passaggio a vuoto, Minstress Of Death, Bring Down The Moon, Prisoner, brani che disperdono tutto il loro potenziale nei pressi dei rispettivi ritornelli, edificante invece, l’apporto stilistico dei primi tre episodi che vado a presentare con ordine.
Beyond The Dark, l’opener, ha una metrica ordinaria e una struttura tradizionale, impostata sulle fughe solitarie di Karlsson e dotata di una squisita melodia. Stesso discorso per la successiva Raise Your Hands e la sua appropriata atmosfera futurista, il pezzo nel quale emerge il lato più personale del gruppo.
A seguire una pesante sfuriata misto heavy e power metal, Toxic Kiss, accompagnata dalle tastiere avvolgenti (sempre Karlsson) e dal drumming furibondo dell’abilissimo Daniel Flores. Il tutto proposto con reale gusto.
Da non sottovalutare, infine, i deliziosi passaggi che sconfinano nell’AOR più “smielato”, e mi riferisco a Whole Again e a Mystery, due canzoni che faranno la felicità di chi non disdegna, tra una bordata e l’altra, dolcezza e sottile armonia.
Insomma, le quotazioni della Frontiers, release dopo release, si alzano sempre di più. The Codex è un disco meritevole di attenzioni anche se non del tutto compiuto. Mark Boals ha di nuovo fatto centro, anagrammando le combinazioni dei suoi passati progetti e proponendo, insieme all’icona svedese, un mix dei suoi intenti musicali. Il risultato è un album gradevole, spontaneo e vario, e se voi, cari lettori, sentite il bisogno di canticchiare spensieratamente una melodia facile da ricordare beh, siete capitati al posto giusto nel momento giusto.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Beyond The Dark
02.Raise Your Hands
03.Toxic Kiss
04.Bring Down The Moon
05.Running Out Of Hate
06.Dream Makers
07.Whole Again
08.Mistress Of Death
09.Mystery
10.Prisoner
11.You Can Have It All
12.Garden Of Grief