Recensione: The Comfortable Low
Dopo due full-length, gli svedesi The Moth Gatherer decidono di regalare al pubblico un Ep con due brani inediti. La durata del suddetto è di quattordici minuti circa e, come spesso accade in questi casi, risulta difficile dare un’opinione da queste esigue durate.
Premesso ciò, vi possiamo dire che la band si forma nel 2008, muovendo la propria proposta su tonalità sludge e post-rock. Le influenze che si apprezzano nei due brani sono molteplici. Le atmosfere, rarefatte ed eleganti, si compongono di crescendo che sfociano in armonie fatte di malinconia. La voce, a tratti rock e poi core, riesce ad affascinare proprio perché per nulla schiava di estremizzazioni fini a se stesse, con l’aggiunta di suite electro che regalano vivacità ai pezzi.
Malinconia, contemplazione e poi ancora una nuova linfa che nasce dal profondo, da una tristezza che ci teniamo stretti e che ci ricorda quanto si sia soli. Queste emozioni trasudano dalle note di “The Comfortable Low”, cui auspichiamo segue presto un album complete, perchè gli ingredienti ci son tutti da parte di una realtà che mostra maturità tecnica, compositiva e personalità. Due tracce vibranti, che riescono a trasmettere emozioni e che non tediano l’ascoltatore nemmeno per un attimo. Resta un po’ di delusione per un’uscita di così breve entità, che in ogni modo suscita curiosità per un, speriamo imminente, full-length.
Stefano “Thiess” Santamaria