Recensione: The Curious Tricks Of Mind

Di Daniele D'Adamo - 18 Giugno 2011 - 0:00
The Curious Tricks Of Mind
Band: Souldeceiver
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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76

Due anni dopo “Mankind’s Mistakes” i toscani Souldeceiver tornano sul mercato con il loro nuovo album, “The Curious Tricks Of Mind”; stavolta frutto del lavoro svolto con la Nadir Music di Trevor dei genovesi Sadist. Invariato nel nucleo compositivo (Francesco Meo, Alessio Rossano e Luca Mosti), il combo di Massa prosegue sulla sua strada, lastricata da un death metal contenente elementi di cyber, di technical, di melodic e, cosa che non guasta mai, di old school.      

L’accasamento in quel di Genova deve aver fatto bene, ai Nostri: “The Curious Tricks Of Mind” (registrato, missato e masterizzato da Tommy Talamanca) ha un suono perfetto per il genere suonato; un suono pieno, potente e chiaro, sì da avere in sé tutte le caratteristiche necessarie per affrontare con la dovuta prepotenza i marosi dell’impetuoso mercato internazionale. Un suono che dimostra l’abbandono dello stato larvale per un’età nella quale appare ormai solida e ben consolidata la personalità della band, capace di raggiungere e soprattutto conservare un sound unico, adulto, tale da rimandare direttamente alla band medesima chi ascoltasse qualche segmento a caso del nuovo lavoro. Gli elementi più su citati (cyber, ecc.) sono stati fusi in un amalgama ad alta densità, sulla cui crosta si potrebbe ben scrivere, ipoteticamente, ‘modern death metal’. Il tipo di death, cioè, che si adagia perfettamente alle curve dell’attualità, mutuandola con cura nelle sue sinuosità stilistiche. Un sound, quindi, che tiene conto sì dell’orgoglioso passato old school, ma che assorbe a sé tutte le novità dei tempi moderni sia in fatto di tecnica, sia in termini di struttura compositiva; un sound cresciuto e maturo, ricco d’esperienza ma, anche, proiettato nel futuro. Non male, tutto questo, per un ensemble nato soltanto nel 2007. Evidentemente, oltre alla determinazione e alla professionalità, c’è il talento; e questo non può essere che un nuovo stimolo per tutti gli operatori del florido panorama death nostrano.

Maturata, anche, l’ugola di Meo, rabbiosa nell’aggredire le linee vocali indipendentemente dal fatto che queste siano affrontate con lo screaming oppure con il growling. Una guida consolidata per il massiccio sound generato dalle chitarre di Rossano e Mosti, assestato su un riffing robusto come l’acciaio, tessuto su una selva di accordi spesso dalle tonalità ribassate e compressi dall’uso del palm-muting. Ottima, come qualità tecnica e precisione ritmica, la sezione composta da Edoardo Teani e Alessio Spallarossa. La velocità, come da stile dei Souldeceiver, raramente va oltre il mid-tempo, con ciò inspessendo notevolmente il suono prodotto nella sua globalità. In particolare, originale l’interpretazione di Teani, a volte somigliante a un maglio che cozza contro una parete in titanio (“Hundred 25”). Tutto, insomma, fa presumere che la ricerca musicale del quartetto sia costantemente determinata nel voler dare luogo a un sound imponente e corposo, invece che a un’impronta sonora rapida e leggera. Buono l’inserimento delle tastiere di Tommy Talamanca che, senza coprire gli altri strumenti, accompagnano e approfondiscono il sound di “The Curious Tricks Of Mind”, regalandogli spessore emotivo e tenebrosità.

Per quanto riguarda le canzoni, anche in questo caso si deve dare atto che i massesi hanno profuso un grande impegno anche nel momento topico della composizione. Occorrono davvero molti ascolti per apprezzarne lo spirito congenito, assai difficile, infatti, da percepire a un primo, magari distratto, approccio. Le varie song, cucite dall’unico filo conduttore del ‘Souldeceiver-sound’ presentano, una per l’altra, una ricchezza di particolari e di singole peculiarità che solo una dedizione prolungata all’opera può aiutare a scoprire. Fra le altre, si possono citare “The Closest Embrace” per la martellante pesantezza del suono e per la melodiosità del ritornello, “Mary Ann” per l’intensa visionarietà noir e per il chorus dissonante come pochi. Poi “Phase C”, per l’aura cyber che rimanda di nuovo a una visione cupa e tetra del futuro (“Eternally…”), e “Relapse” per le improvvise accelerazioni e, di nuovo, per l’accattivante melodia con la quale è stato costruito il refrain. Forse, in tutto ciò manca, nel songwriting, un po’ di freschezza e di libertà espressiva. Questa, tuttavia, è giusto evidenziarlo, è una sensazione personale che non inficia sul giudizio complessivo dell’album.

Giudizio complessivo che pone “The Curious Tricks Of Mind” come una delle migliori uscite annuali in ambito death metal nazionale. Un album assolutamente da far proprio poiché, a parere di chi vi scrive, i Souldeceiver hanno ancora degli ampi margini di miglioramento artistico; soprattutto se si concentreranno maggiormente sulla rifinitura di uno stile già adesso ben sgrossato e su un songwriting, magari, più sciolto e meno… mentale.
 
Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Hundred 25 4:08        
2. The Closest Embrace 4:02        
3. Suiciding 4:16         
4. Mary Ann 4:09         
5. The Pressing 3:36         
6. Phase C 3:16         
7. Icon Of Your God 4:19         
8. Relapse 4:17         
9. Bone Sacrifice 3:37         
10. Eternally… (instrumental) 2:03

All tracks 37 min. ca.

Line-up:
Francesco Meo – Vocals
Alessio Rossano – Guitars
Luca Mosti – Guitars
Edoardo Teani – Bass

Session musicians:
Alessio Spallarossa – Drums
Tommy Talamanca – Keyboards

Guest:
Edith Scob – Vocals on “The Pressing”
 

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