Recensione: The Daily Horror News (…From The Lost Side Of The World)

Di Daniele D'Adamo - 13 Novembre 2007 - 0:00
The Daily Horror News (…From The Lost Side Of The World)
Band: Risk
Etichetta:
Genere:
Anno: 1988
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
81

I Risk, band tedesca dalla carriera relativamente breve, hanno avuto origine a metà degli anni ’80 con il moniker Faithful Breath, poi diventato definitivamente Risk. Primo album ad essere dato alle stampe dall’act teutonico è The Daly Horror News (…From The Lost Side Of The World), inciso con la formazione seguente: Heinrich Mikus (Vocals/Guitars), Roman Keymer (Guitars, Angel Dust, Crows, Centaur), Peter Dell (Bass, Faithful Breath) e Jürgen Düsterloh (Drums, Faithful Breath).

Lo stile del gruppo si può ora definire, a ragion veduta e con sufficiente approssimazione, Power; ma all’epoca, quando cioè era appena esploso il Power di matrice europea ed esisteva ancora il Power proveniente dagli U.S.A., lo stile con il quale veniva classificato il gruppo era Speed Metal.
Questa premessa è importante perché inquadra subito lo stile del gruppo: un Heavy Metal dalla struttura piuttosto classica, suonato tuttavia decisamente in maniera più veloce e potente rispetto ai canoni dell’Heavy Metal stesso, con contenuti melodici, ma soprattutto dinamici, che sono propri rispettivamente del Power e dello Speed Metal. E, tanto per aggiungere altri ingredienti alla minestra, non mancano, qua e là, spruzzate di Thrash. Il tutto, amalgamato dallo stile inconfondibile del gruppo, che si è saputo ritagliare un angolo di originalità nello sterminato pianeta Metal grazie al proprio sound, movimentato, dinamico, veloce, potente e melodico.

Tutto quanto sopra scritto, lo si può più semplicemente ritrovare nell’ascolto della open-track Living In Chaos, dopo un’originale introduzione “giunglesca” con tanto di urlo di Tarzan. Si nota subito che i riff di chitarra si omogeneizzano con la sezione ritmica sì da creare un insieme musicale estremamente dinamico, “leggero” e lineare nell’incedere. L’aggettivo “leggero” deve però riferirsi al senso di dinamicità del groove, ma non al groove stesso, che invece è potente e deciso, soprattutto nei break rallentati, dove il ritmo cala vistosamente e il tono si fa più massiccio. Bisogna anche sottolineare il gran lavoro al basso di Peter Dell, che lavora su linee varie ed accidentate, e che contribuisce in maniera ottimale a quel groove dinamico e melodico che, ormai, s’è capito, è il marchio di fabbrica artistico del gruppo. Adeguato al ritmo veloce il cantato di Heinrich Mikus, che evita di appesantire il tutto limitandosi ad un lavoro non particolarmente invadente. Anthemico il refrain, eccellenti gli assoli del chitarrista Roman Keymer, stilisticamente classici ed eseguiti con gusto e cura. Roadwar è un titolo già più classico, dal ritmo veloce, dal gran pre-chorus e chorus, armonici e permeati – sempre – dal senso di grande dinamismo che il gruppo è in grado di trasmettere. Decisamente classica la sezione degli assoli di chitarra, con le chitarre che sciorinano grandi quantità di note in maniera armonica e cristallina. Il terzo brano del platter è DNS Madness, a parere di scrive il miglior pezzo del platter stesso. Grande riff di chitarra portante, sottolineato da una linea di basso efficace dai toni vagamente tristi e dimessi, su cui Heinrich canta la strofa in maniera semplice e diretta. Sempre immersi nel caratteristico groove della band, appare improvviso l’anthemico refrain, intervallato da vari break in doppia cassa. Ancora efficace l’assolo di chitarra, che lascia subito spazio all’incedere, davvero originale e piacevolissimo da ascoltare, della canzone. Con il trittico di canzoni appena descritto, lo stile del gruppo è ben chiaro e delineato. Ed è uno stile che non si esagera a definire unico, proprio per il groove estremamente sciolto, lineare, vivace, in perenne movimento, dinamico che posseggono tutti i brani che compongono il disco; non disdegnando puntate verso la potenza pura e verso episodi più rallentati e granitici. Allora, Revolution Now, Alien Terror, Speed Kills (dalla stupenda introduzione con chitarra classica e tastiere, dal riff di chitarra potente e dal ritmo veloce, accidentato ma assolutamente fluido, animato ed aperto), Rommes Fritz, Strike si susseguono mantenendo omogeneo lo stile del lavoro, pur rappresentando entità distinte e facilmente riconoscibili l’una dall’altra. A chiudere, Violent Science. Piccola annotazione di colore, tale canzone è una bonus-track che all’epoca spesso si inseriva solo nel CD, per invogliare all’acquisito dello stesso, invece che al classico, nero vinile.

In conclusione, una band davvero di gran classe (chi scrive ha avuto la fortuna di averli potuto vedere suonare dal vivo, durante la loro breve carriera), che ha creato uno stile musicale unico ed originale, come sopra descritto, votato ad un grande dinamismo sonoro, più che alla pura potenza del sound stesso. Ottimo il songwriting, che ha prodotto canzoni davvero riuscite e memorabili, come ad esempio Living In Chaos ma soprattutto DNS Madness. Punto relativamente debole, il cantato, che non offre spunti di particolare menzione, ma che ben si amalgama nel groove dell’album.

Daniele D’Adamo

Tracklist:
1.Living In Chaos
2.Roadwar
3.DNS Madness
4.Revolution Now
5.Alien Terror
6.Speed Kills
7.Rommes Fritz
8.Strike
9.Violent Science (CD bonus track)

Ultimi album di Risk

Band: Risk
Genere:
Anno: 1990
72
Band: Risk
Genere:
Anno: 1989
74
Band: Risk
Genere:
Anno: 1993
65
Band: Risk
Genere:
Anno: 1989
69
Band: Risk
Genere:
Anno: 1992
83