Recensione: The Damage
Carino senza dubbio. Una buona dose di calore pervade i minuti che lo compongono perchè, nel caso non lo sappiate, è la voce di una splendida ragazza che contraddistingue i Tapping The Vein: un rock semplice e accattivante che non manca delle parti elettroniche, maggiormente impegnate nella sezione ritmica.
ERIC FISHER – Drums, Sampling & Programming
JOE ROLLAND – Bass
MARK BURKERT – Guitar
HEATHER THOMPSON – Voice
The Ledge scalda le corde vocali di Heather Thompson con un ritornello difficile da dimenticare dopo il primo ascolto. Per quanto riguarda il sound non trovo particolarità rilevanti oltre al già citato utilizzo di elementi elettronici che riescono in qualche modo ad elevare il livello qualitativo di una registrazione come già sentita, estremamente ripetitiva in qualche parte ma comunque apprezzabile.
La chitarra di Mark Burkert gestisce il binario melodico dell’intero disco con una distorsione graffiante, ottimo trampolino di lancio per una voce dinamica ed aggressiva, capace di passare da dolci linee vocali a note afferrate con le unghie, addentate e successivamente sputate fuori con rabbia. Cito ad esempio uno dei miei pezzi preferiti, Beautiful: questa traccia inizia con un tranquillo saltellare da una corda all’altra prendendo adagio quota fino all’apice di un chorus stupendo. Tuttavia è proprio in questi momenti che si fanno piccole piccole le mie speranze: qualcosa non mi convince, qualcosa sembra mancare e probabilmente si tratta del potenziale sonoro, che nonostante questi ritornelli ben definiti sembra povero della indispensabile gagliardia necessaria a spingere fino in fondo, a lasciare il segno. Penso che le stesse canzoni dal vivo potrebbero rendere almeno dieci volte di più perchè qui ogni brano è fine a se stesso, concluso al termine dei secondi concessi dai legittimi proprietari. No. Così non può bastare ed infatti manca ancora molto.
La titletrack The Damage non si spreca più di tanto ad elevarsi sulle altre, anzi è forse una di quelle che meno ho apprezzato proprio per la staticità del sound infossato in una profonda pozzanghera. L’ultimo brano piuttosto mi stuzzica parecchio ed in effetti Falling In, sebbene non sia quel capolavoro del rock dei tempi nostri, resta un pezzo ricco di tensione e nostalgia in tutta la sua lunghezza.
Carino senza dubbio, ma niente di più.
TrackList:
1. The Ledge
2. Butterfly
3. Sugar Falls
4. Beautiful
5. Again
6. The Damage
7. Fingertips
8. Broken
9. Hurricane
10.Everything
11.Falling In